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·7 marzo 2023

Portanova condannato a 6 anni: le motivazioni della sentenza

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Lo scorso 6 dicembre Manolo Portanova, calciatore del Genoa, è stato condannato con il rito abbreviato a 6 anni di reclusione per stupro.

Nella giornata di oggi sono uscite le motivazioni che hanno portato alla sentenza che ha visto condannato anche lo zio di Portanova, Alessio Langella per lo stupro di una ragazza nel centro di Siena nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2021.


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«La violenza – si legge nel dispositivo redatto dal giudice di Siena Ilaria Cornetti – cessò certamente non per una repisiscenza dei quattro giovani ma perché in stanza entrarono altri fra cui una ragazza che intimò ai quattro di smettere». Il giudice non ammette nessuna attenuante e aumenta la pena per le lesioni, anche psicologiche, inflitte alla vittima.

«Sento e leggo una storia che non conosco – ha scritto su Instagram Manolo Portanova -, che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione con prove e non con ipotesi. Credevo che rimanere in silenzio e dare fiducia alla giustizia fosse la cosa giusta ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un conto troppo salato che non sono più disposto a pagare».

La gravità dei fatti è motivata dal giudice Cornetti anche evidenziando che la ragazza «manifestò la volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi», lo disse «in modo ripetuto e inequivocabile» e «il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata dello stupro di gruppo, evidente e manifesto»: l’aver disatteso le sue volontà, chiosa, fa ottenere «la prova della responsabilità penale degli imputati».

La ragazza, sottolinea il giudice, affermò di non voler rapporti coi quattro e «lo ha fatto sia con Manolo che con William, Alessio ed Alessandro». Nonostante i tentativi di convincerli a fermarsi poi «ha rinunciato a reagire e passivamente, come un automa, ha fatto quello che le è stato chiesto di fare ed ha subìto quanto i quattro ragazzi hanno posto in essere».

Dunque, spiega, «elementi concordi depongono per la rilevante gravità del fatto ed ostano al riconoscimento delle attenuanti generiche non potendo esse giustificarsi esclusivamente sulla base di età, incensuratezza e manifestata comprensione della sofferenza della persona offesa». E poi il fatto «coinvolse quattro persone tra cui un minore, durò tra i 40 e i 60 minuti, i rapporti sono stati ripetuti, la ragazza è stata colpita, ha riportato lesioni organiche e psichiche», per fermarli chiese perfino dell’acqua come se avesse un malessere, poi domandò di un’amica ma non le davano retta.

Con Portanova e Langella, ricostruisce la sentenza, agirono con Alessandro Cappiello e il fratello minore del calciatore ma questi non sono ancora giudicati. Ci sono due procedimenti dove sono imputati; l’amico ha scelto il rito ordinario e aspetta la data della prima udienza, mentre il ragazzo, intanto diventato maggiorenne, è stato sentito al tribunale dei minori ieri quando si è aperto il processo (prossima udienza 6 giugno).

Per Portanova la sentenza ha portato alla mancata convocazione da parte del Genoa per diverse settimane, nonostante il calciatore non sia stato messo fuori squadra o allontanato. Nel mercato di gennaio, inoltre, è saltato il suo trasferimento al Bari per via della protesta dei tifosi pugliesi che erano contro il suo tesseramento.

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