Calcio e Finanza
·4 marzo 2025
Pirateria, l'AgCom mette nel mirino le piattaforme di e-commerce

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·4 marzo 2025
Dopo aver affinato le capacità della piattaforma Piracy Shield con nuove prerogative rivolte verso motori di ricerca e società che forniscono servizi VPN, l’AgCom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha intenzione di rivolgere la propria attenzione sui siti di e-commerce.
Ad annunciarlo, attraverso un post sul proprio profilo LinkedIn dal titolo “Piattaforme di ecommerce e pirateria: c’è un grosso problema, anzi enorme”, è il commissario dell’Autorità, Massimiliano Capitanio. Inoltre, viene specificato che «diretti interessati e Forze dell’ordine riceveranno a breve una segnalazione dettagliata».
«Basta digitare parole chiave come “abbonamento calcio” o “streaming cinema” per trovare diversi venditori che garantiscono l’accesso alle più svariate pay tv di tutto il mondo – continua nel suo post Capitanio –, chiaramente a prezzo stracciato (non fatelo, vi costerebbe una multa da 5.000 euro in base alla legge 93/2023). Una volta fatta la transazione (in questo modo si cedono i propri dati ai criminali), il venditore ti invia username e password in modo così immediato, che l’utente è quasi portato a credere che si tratti di un’alternativa legale all’acquisto sui siti ufficiali del titolare dei diritti».
«Chiaramente non è così: è solo il mancato rispetto delle regole da parte della piattaforma di e-commerce a consentire una così ampia e facile diffusione di contenuti pirata – prosegue il post –. Eppure, il Regolamento sui servizi digitali (DSA) impone a tutti i marketplace di compiere il massimo sforzo possibile per valutare se i venditori offrono servizi conformi alle norme applicabili del diritto dell’Unione, compreso il copyright. In questo caso, addirittura, il venditore ha creato un sistema per simulare la spedizione di un prodotto fisico partito dalla Cina, atterrato a Malpensa, trasferito a Bari e mai consegnato: tanto era sufficiente consegnare le credenziali all’acquirente».
Capitanio poi conclude: «Quelle piattaforme di e-commerce, poi, che rientrano tra le Very Large Online Platform perché hanno più di 45 milioni di utenti al mese nell’UE, devono anche identificare, analizzare e valutare i rischi sistemici di diffusione di contenuti illegali, tra cui rientrano ovviamente i contenuti pirata. AGCOM, per quanto in suo potere anche in qualità di DSC, sta facendo di tutto per vigilare sui grandi player internazionali, sia rafforzando i suoi poteri contro la pirateria, sia attuando tutte le misure necessarie per implementare il DSA. Anche la Commissione europea, che gioca un ruolo fondamentale nell’attuare il DSA, deve fare il possibile per agire tempestivamente e far sì che, almeno in Europa, le big tech rispettino le regole».