Pirateria digitale, condanne a Napoli: carcere per due imputati e rischio multe fino a 5mila euro per 6.000 utenti | OneFootball

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·20 giugno 2025

Pirateria digitale, condanne a Napoli: carcere per due imputati e rischio multe fino a 5mila euro per 6.000 utenti

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Le prime sentenze dell’inchiesta sulla pirateria audiovisiva condotta dalla Guardia di Finanza nel dicembre 2024 iniziano a delineare un cambio di rotta significativo nella lotta alla trasmissione illegale di contenuti online.

Pirateria digitale, condanne a Napoli: carcere per due imputati e rischio multe fino a 5mila euro per 6.000 utenti

A Napoli, il giudice per le indagini preliminari Leda Rossetti ha condannato due imputati coinvolti nella gestione di una rete Iptv illegale: Cristian Fidato è stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, con un’ammenda di 22.000 euro, mentre Anatoliy Perrotta ha ricevuto una condanna a un anno e quattro mesi, pena sospesa.


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L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli (sostituto procuratore Silvio Pavia e procuratore aggiunto Alessandro Milita) e condotta in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, ha permesso di smantellare una piattaforma che diffondeva illegalmente contenuti di DAZN, Sky, Amazon Prime Video e altre emittenti.

Secondo gli inquirenti, in soli quattro anni la rete pirata aveva incassato oltre 850.000 euro offrendo abbonamenti illeciti a 10 euro al mese o 80 euro l’anno. Un business sommerso ma altamente redditizio.

Un aspetto rilevante dell’inchiesta riguarda l’identificazione di oltre 6.000 utenti che avevano sottoscritto abbonamenti alla piattaforma. Per tutti loro è previsto il rischio di sanzioni amministrative fino a 5.000 euro, secondo la normativa vigente. A ciò si potranno aggiungere eventuali richieste di risarcimento danni avanzate dai titolari dei diritti violati.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio FAPAV, la pirateria audiovisiva ha causato nel solo 2024 danni stimati in oltre 2 miliardi di euro all’industria dell’intrattenimento. Di questi, circa 350 milioni riguardano direttamente il comparto sportivo.

Questa sentenza rappresenta un segnale chiaro: l’azione repressiva contro la pirateria non si ferma agli organizzatori, ma coinvolge anche chi fruisce consapevolmente di servizi illeciti. Un passo deciso verso il ripristino della legalità in un settore economico cruciale per il Paese.

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