Calcionews24
·21 maggio 2025
Parolo consiglia il Milan: «Con Tare un professionista con grande voglia, per il club sarà un plus»

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·21 maggio 2025
Il Milan sembra aver scelto il suo nuovo Direttore Sportivo: Igli Tare. L’accordo con l’ex DS della Lazio, come riportato da La Gazzetta dello Sport, sarebbe a un passo, con un contratto triennale pronto per essere firmato. Ma che tipo di dirigente è Tare e cosa può portare al club rossonero in questa fase di necessaria ricostruzione? Per capirlo, il quotidiano ha interpellato Marco Parolo, ex centrocampista di Lazio e Nazionale, oggi commentatore tecnico per Dazn, che con Tare ha condiviso sette anni in biancoceleste, dal 2014 al 2021, dopo essere stato acquistato proprio dal dirigente albanese.
COSA PUÒ DARE TARE AL DIAVOLO? – «Il Milan si assicurerà un professionista che ha grande voglia di ripartire e di tornare nel mondo del calcio. Sarà un plus per il club: arriverà con una grande carica di energia dopo aver studiato e continuato ad aggiornarsi in queste due stagioni in cui è stato fermo. Dopo aver lavorato quindici anni a Roma, ha allargato i suoi orizzonti e si è costruito un’esperienza approfondendo il calcio europeo».
QUALI SONO LE SUE MIGLIORI DOTI? – «Carisma, autorevolezza e idee chiare».
COM’È TARE NELLO SPOGLIATOIO? – «Cerca il dialogo, vuole capire i giocatori, conoscerli anche fuori dal campo ed entrare nella loro testa. È uno da bastone e carota, ma quando usa il bastone, te lo dà forte nei denti (ride, ndr). E soprattutto ha lo stesso modo di comportarsi con tutti, compresi i senatori. Mi ricordo discussioni anche con Klose e con Luis Alberto quando facevano qualcosa che non gli piaceva».
SFURIATE AL GRUPPO NE RICORDA? – «Sfuriate no, ma sapeva come farsi sentire. Alzava la voce quando voleva farti capire chi stavi rappresentando o quando notava atteggiamenti da correggere».
SI È ARRABBIATO ANCHE CON LEI? – «Certo. Quando ho avuto una flessione, ha saputo toccare le corde giuste e farmi ripartire. C’era un rapporto di stima reciproca e insieme abbiamo sempre cercato un modo per migliorare la squadra, ma quando doveva dirmi qualcosa, me lo diceva».
CON L’ALLENATORE COME LAVORA? – «Gli fa sentire costantemente la sua presenza e con lui ha un confronto continuo. È sempre presente a guardare l’allenamento e i suoi sono due occhi in più, utili per capire il momento che attraversano i singoli. Quando arrivavi a Formello lui c’era già e quando andavi via, era sempre lì».
ALLA LAZIO TARE È DIVENTATO FAMOSO PER I COLPI DI MERCATO – «Ha avuto tante intuizioni importanti: giocatori pagati poco e valorizzati negli anni. Ha scommesso su Luis Alberto che la prima stagione ha fatto i conti con problemi di ambientamento e a gennaio voleva andarsene. Lo ha convinto a rimanere e pochi mesi dopo è esploso. Milinkovic lo ha strappato alla Fiorentina ed è diventato il suo ‘figlioccio’. A Tare piacciono i calciatori che hanno fisico, forza e qualità».
COME FA TARE AD ARRIVARE PER PRIMO AI TALENTI SCONOSCIUTI? – «Guarda tanti video e segue tutti i campionati, senza tralasciare niente. Alla Lazio prima e durante le sessioni di mercato si chiudeva ogni giorno in una stanza con un match analyst per valutare le caratteristiche dei possibili acquisti. Una volta, prima di prenderlo, mi fece vedere un video di Caicedo spiegandomi come lo vedeva nella Lazio».
FARE MERCATO AL MILAN SENZA LE COPPE EUROPEE NON SARÀ FACILE. – «Dovrà cambiare la prospettiva perché in un top club è necessario fare uno scouting per individuare il profilo giusto. A lui piace basarsi sulle sue intuizioni, sul suo ‘occhio’, ma ci sono anche i meta dati».
QUAL È LA SFIDA PIÙ GRANDE CHE LO ASPETTA? – «Dovrà essere bravo a costruirsi un rapporto con i giocatori e guadagnarsi la loro stima. Alla Lazio ha vinto qualche trofeo, ma il suo palmarès non è ricco di scudetti. Ciò premesso, ha tutto per farsi ben volere dai leader dello spogliatoio rossonero, proprio come succedeva alla Lazio».
COSA FARÀ CON THEO E LEÃO? – «Di certo avrà dei colloqui con loro e farà chiarezza. Per lui la priorità è sempre il club: se un giocatore prova a mettersi al di sopra di tutti, è difficile che vada d’accordo con Tare e che resti. Se lo conosco bene, si sarà già fatto un’idea sui calciatori da prendere e quelli da cedere: lui il calcio lo conosce. Anche il Milan…».