Parma, Balogh: “Per nessun club o calciatore è positivo cambiare spesso allenatore. Pecchia mi chiede di guidare la difesa” | OneFootball

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·1 febbraio 2023

Parma, Balogh: “Per nessun club o calciatore è positivo cambiare spesso allenatore. Pecchia mi chiede di guidare la difesa”

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Il giovane difensore centrale del Parma Botond Balogh ha rilasciato un’intervista fiume al giornale ungherese Bunteto.

Ecco le sue parole, interamente riportate da ParmaLive.com:


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“Ho iniziato bene la stagione, ero in campo, ma poi sono stato fuori un mese e mezzo per infortunio. Quando mi sono ripreso, c’è stato un altro cambio di allenatore, con un nuovo staff e un nuovo sistema di gioco. Anche se sono tornato nella squadra titolare, mi sono infortunato di nuovo e non ho potuto giocare per due mesi. Poi è successa la stessa cosa a inizio 2022: ero di nuovo titolare, ma mi sono di nuovo infortunato ad aprile e non mi sono ripreso fino a fine stagione.

Dopo aver giocato in Serie A mi aspettavo di più da me stesso. L’esperienza più piacevole della scorsa stagione è stata quella di potermi presentare nella Nazionale di Marco Rossi. Gli altri miei ricordi sono meno positivi, perché non ho potuto giocare per molto tempo a causa di infortuni. Nell’ultimo mese e mezzo però sono entrato più stabilmente nella squadra.

Non sono nella posizione di criticare la dirigenza del club, non lo farò. Certo, non è positivo per nessun club o giocatore se l’allenatore viene cambiato ogni sei mesi o ogni anno e arriva regolarmente un nuovo staff con un approccio completamente nuovo. Con Pecchia cerchiamo di porre molta più enfasi sul possesso palla, cioè giocare con la palla. Ovviamente non a scapito del risultato. Un altro cambiamento è che giochiamo con quattro difensori invece di cinque. Mi piace molto anche il fatto che dica che non dovremmo adattarci all’avversario, ma attenerci ai nostri concetti di gioco.

I miei ex allenatori facevano tre o quattro allenamenti video alla settimana, dove per un’ora analizzavamo esclusivamente la tattica dell’avversario. In 20 partite quest’anno, con mister Pecchia è successo forse due volte che abbiamo analizzato l’avversario con tanta profondità. Si fida di noi e ci concentriamo sul nostro gioco, questo è un aspetto molto positivo per me. Anche se sono uno dei giocatori e dei difensori più giovani, Pecchia mi chiede di guidare la nostra difesa. Mi dice di fare uscire la mia voce e parlare molto in campo. E ovviamente, di cercare l’anticipo.

Gianluigi Buffon è una leggenda vivente. Da piccolo ero un grande tifoso della Juve, avevo la maglia di Buffon e i guanti da portiere di Buffon. Inoltre è molto diretto, cerca di aiutare tutti, mi dà anche tanti consigli durante le partite e durante gli allenamenti. Certo, ci sono i momenti in cui è serio, ma anche a 45 anni è quasi sempre il primo a fare scherzi.

Qui in Italia, nella squadra Primavera, mi sono abituato in fretta a questo stile di vita diverso, e non è stato per niente difficile, ero semplicemente contento di lavorare di più. Probabilmente avrei già accettato questo approccio più professionale anche all’MTK, ma non c’erano persone intorno a me che mi stimolavano come qui a Parma.”

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