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·13 aprile 2021

Paris Saint-Germain, la sconfitta più dolce

Immagine dell'articolo:Paris Saint-Germain, la sconfitta più dolce

Al Parco dei Principi andava in scena il secondo atto del quarto di finale tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco; all’andata abbiamo assistito all’imposizione dei francesi trascinati da un grande Mbappé. Un successo che regalava ai ragazzi di Pochettino la grande chance di eliminare i campioni in carica; per il club tedesco, invece, il bisogno di compiere una grande rimonta in condizioni particolari visto le numerose assenze tra cui quella pesantissima di Lewandowski. Novanta minuti di grande intensità decisi dalla rete, di testa, di Choupo-Moting; il gol dell’attaccante, però, non è bastato al Bayern per passare il turno. In semifinale ci va il PSG che conferma una statistica decisamente interessante: diciassette volte su diciotto in cui ha vinto l’andata fuori casa ha passato il turno (unica eccezione nel 2018-2019 contro lo United). Ora per i francesi la vincente tra Dortmund e Manchester City.

Paris Saint-Germain, vendetta completata

La sconfitta di Lisbona è stata vendicata anche se, per mettersi definitivamente alle spalle quella partita, il club deve alzare questa Champions League. La strada è sicuramente quella giusta nonostante gli ostacoli da superare siano ancora molti a partire dal prossimo avversario; questa sera, dal punto di vista delle occasioni, è stato il contrario di quanto visto una settimana fa con il PSG a sprecare troppe occasioni. Neymar, tra pali colpiti e poca cattiveria sotto porta, ha rischiato di rovinare quanto fatto nel match dell’Allianz Arena; alla fine nessun rammarico ma solo tanta felicità per una qualificazione che conferma quanto questa squadra sia diventata forte anche a livello internazionale. Ora serve l’ultimo passo, vincere la Champions; missione non semplice ma sicuramente alla portata.


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Bayern Monaco, impresa sfiorata

Mettere la parola impresa accanto al Bayern Monaco è paradossale ma questa sera i bavaresi avevano effettivamente bisogno di una gara perfetta e, nonostante le assenze di Goretzka, Lewandowski, Gnabry, Douglas Costa, Tolisso e Sule, ci sono andati molto vicini. E’ mancata la cattiveria sotto porta (limite avuto anche nella gara di andata) e una panchina che offrisse alternative valide nel momento in cui la stanchezza si è fatta sentire. Il rammarico per non aver potuto giocare questi 180 minuti al completo è tanto ma il Bayern, anche questa sera, ha dimostrato di essere la squadra più forte al mondo, almeno fino alla finale del 29 maggio.

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