Inter News 24
·30 maggio 2025
Pandev non ha dubbi: «L’Inter batterà il PSG, ne sono convintissimo e vi spiego perché». Poi fa il paragone con l’anno del Triplete

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·30 maggio 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport alla vigilia di PSG Inter, l’ex attaccante nerazzurro Goran Pandev ha espresso le proprie sensazioni per la finale di Champions League.
DOMANI LA FINALE DI CHAMPIONS, DA QUANTI GIORNI NON SI DORME IN CASA INTER? – «Dunque, mi faccia fare due conti… Direi più o meno da mercoledì scorso. Il tempo proprio non ti passa perché vorresti scendere in campo subito. Giorni, ore, tutto procede troppo lentamente rispetto alla voglia di giocare e di vincere la coppa. Per la mia Inter andò così, sono sicuro che le stesse cose oggi le vivono Lautaro e compagni».
IL TRIPLETE DEL 2010 – «Incredibile. Iniziai la stagione fuori rosa alla Lazio, e a maggio ero campione d’Europa con l’Inter, il club che mi ha portato in Italia e a cui devo tutto. Quando arrivai a gennaio capii subito che saremmo potuti arrivare in cima all’Europa: sapevamo di essere fortissimi. Sensazioni che sono cresciute fino alla finale. Mourinho ci portò a Madrid un paio di giorni prima, vennero anche le nostre famiglie, il clima era sereno, si respirava un’aria speciale. Il Bayern era una signora squadra ma io sentivo che avremmo vinto, non mi era mai successo prima e non mi è più successo dopo. Anzi, mi correggo: anche se non gioco più e non vivo lo spogliatoio dell’Inter di oggi, avverto le stesse vibrazioni positive. Domani batteranno il Psg, ne sono convintissimo».
IL MOTIVO – «Perché questa Inter ha esperienza, qualità, gioco, forza fisica, una difesa di ferro, un grande allenatore. Perché ha eliminato il Barcellona in quel modo… in semifinale, come nel 2010, sono segnali. E poi perché Lautaro ha quegli occhi lì… Gli stessi occhi di Zanetti 15 anni fa. Javier era il nostro capitano, era all’Inter da una vita, aveva vissuto gioie e delusioni e tutto questo te lo passava addosso: emanava un’elettricità particolare, proprio come Lautaro adesso. E da ex attaccante dico che lui e Thuram sono al “punto di cottura” ideale, faranno una grande finale».
LA SEMIFINALE COL BARCELLONA FU LA NOSTRA SVOLTA? – «La prima vera svolta arrivò a Stamford Bridge, 1-0 al Chelsea. Lì capimmo che saremmo potuti arrivare in fondo. Col Barcellona realizzammo che avremmo vinto la Champions. Un po’ come Simone e i suoi adesso: col Bayern lo snodo chiave, ma la spinta per battere il Psg la dà il 4-3 al Barça».
SUL FUTURO DI INZAGHI – «Le offerte arrivano perché con l’Inter sta facendo grandissime cose, sarebbe strano il contrario. Ma conosco bene Simone, e penso che rimarrà in nerazzurro. Perché ha ancora tanto da fare e da vincere, a cominciare dal Mondiale per club che si giocherà a giugno. Ha ragione il presidente Marotta, il suo ciclo all’Inter non è ancora finito».
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