Palmeri: «Per l’Inter un mercato da 100 milioni dopo anni di passione. Su Lookman la situazione è questa» | OneFootball

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·16 agosto 2025

Palmeri: «Per l’Inter un mercato da 100 milioni dopo anni di passione. Su Lookman la situazione è questa»

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Le parole di Tancredi Palmeri, noto giornalista, sulle mosse di calciomercato dell’Inter in questa sessione estiva. I dettagli

Tancredi Palmeri, nel suo editoriale su SportItalia, ha parlato del calciomercato Inter.

MERCATO DA 100 MILIONI – Dopo aver vissuto un quinquennio di passione, in senso cristologico, impedita a spendere un centesimo oltre le cessioni e i lauti premi, adesso che finalmente ha un lauto budget, e che budget, si ritrova invece ad incassare ‘no’ dopo aver incassato soldi. Per 5 anni l’Inter è stata sul mercato quanto di più vicino fosse rapportabile alla vita monástica di un virtuoso frate trappista che abbia scoperto un elisir di lunga vita da mettere in commercio e che con i ricchi guadagni continui a fare esattamente la vita che faceva prima. Laddove il frate trappista genialoide era Simone Inzaghi che, caso unico nella storia del calcio, è riuscito a registrare con un club d’élite un clamoroso +180 milioni alla voce di mercato perfino al netto degli acquisti, ma soprattutto portando a casa nel frattempo 1 scudetto, 2 finali di Champions e 6 trofei, e dunque a cui bisogna aggiungere il bottino sesquipedale di circa 450 milioni di € di premi legati a risultati e qualificazioni. Di soldi ne sono entrati e assai, ma il problema dell’Inter da quando scattò la tagliola del governo cinese post Covid su qualsiasi investimento legato al calcio, è stato che non ne potevano più uscire e che anzi bisognava recuperare a passo spedito ogni stagione per saldare i debiti della proprietà.


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PROBLEMI FINANZIARI – Il primo anno di Conte e il quadriennio di Inzaghi sono stati il rabdomante che trova l’acqua nel deserto, e alla pari della virtù c’è stata quella parallela del duo Marotta-Ausilio, che con il poco che si poteva permettere si è inventata alla lunga i vari Sommer, Calhanoglu, Mkhitaryan, Thuram, Bisseck eccetera eccetera. Nell’anno di Grazia del Signore 2025 l’Inter si trova in una posizione che non conosceva da prima che il Covid esplodesse. Può spendere, può spendere senza prima vendere, può scegliere. Gli oltre 200 milioni guadagnati da Inzaghi in una annata trionfale dal punto di vista economico hanno dato la possibilità di programmare un restyling, che non significa rivoluzione bolscevica. Accoppiata alla sicurezza economica fornita dalla nuova proprietà, per cui non ti devi svegliare ogni anni essendo costretto a ripagare un centinaio di milioni di debiti. Ma sempre di un fondo si tratta, e per cui se incassi 200 di premi sai che 100 se li tengono e 100 li rimettono sul mercato, e così sempre andrà, fino a che almeno i fatti non ci smentiranno – ma da quando anticipai sulle cifre precise a budget a inizio maggio le cose hanno dimostrato di andare proprio in quel senso.

COLPI IN ENTRATA – E di questi 100 gli investimenti sono stati fatti: i 14 per Sucic, i 23 per Luis Henrique, i 25 per Bonny. Con i 40 che rimangono – sempre che non se ne aggiungano altri da cessioni quali Pavard – per la prima volta dopo 6 anni l’Inter si permette di fare un acquisto appunto over 40 milioni senza cessioni. Qualcosa appunto che non accadeva dai tempi di Lukaku nel 2019, e pure lì a ben guardare era una situazione diversa perché Lukaku entrava in una casella lasciata libera da Icardi, che al momento portò solo una decina di milioni di prestito ma del quale Marotta era sicuro come poi effettivamente avvenne di incassare circa una sessantina di milioni. E allora per trovare un acquisto da 40 milioni puro bisogna nella stessa estate ripescare quelli per Barella, ma a ben guardare furono finanziati per metà dalla cessione di Joao Mario. Ci sarebbe l’anno prima Nainggolan, ma fu per una decina di milioni in meno, o forse l’esempio più calzante addirittura dal 2017 con Skriniar a 34 milioni senza particolari cessioni in difesa a bilanciare.

COSA E’ CAMBIATO – Ecco, per la prima volta dopo quasi 10 anni l’Inter può spararsi un colpo libero di cessioni over 30 milioni. E non riesce a chiuderlo. Prima la telenovela Lookman, su cui pende il bislacco “non interesse” dell’Atalanta all’offerta che però si scopre poi essere una non chiusura alla cessione. E poi il blitz mancato per Koné, durato 24 ore tra intenzione di offerta (che non è offerta ufficiale) e niet definitivo (questo sì chiaro) dei Friedkin. In mezzo, l’opzione Leoni, ma che erroneamente è stato fatto assurgere dai media a trattativa quando invece l’Inter non ha mai detto di voler salire oltre i 20, e dunque una opzione mai esistita se l’intenzione del Parma era andare oltre i 30.

OBIETTIVI SFUMATI – Certo, se nel mercato non porti a casa gli obiettivi il giudizio non è positivo. E l’Inter non lo porta a casa Koné, e per ora nemmeno Lookman – per ora. Ma è anche vero che i suoi obiettivi giovani a prezzo medio l’Inter li ha presi subito – sarà il campo poi a giudicare la bontà dell’investimento – e adesso si è tenuta un ultimo colpo differente, per status e qualità, per dare uno strappo in avanti al livello della rosa. Sapendo che chiunque compri tra il 15 luglio e il 15 agosto lo fa quasi sempre a prezzi maggiorati dai tempi dilatati delle trattative, che sono sempre un fattore di vantaggio per chi vende. Alla fine, per Koné è stato un tentativo giusto, ambizioso ed educato, che se si scontra con un “no grazie” non può farci nulla. E per Lookman, come dice Totò sarà la somma a fare il totale. E se alla fine non sarà il nigeriano, sarà la qualità dell’alternativa di mercato – di stesso ruolo o differente se si sceglierà un’altra priorità come per Koné – a definire il mercato. Basta che si utilizzino bene le risorse, e non tanto per spendere. Perché gli dei puniscono chi ha le ali e non vola

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