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·12 maggio 2025

🗣️Orsolini: "Al Bologna c’è tutto per restare in alto. Non siamo quelli visti a San Siro"

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La stagione del Bologna è arrivata all'appuntamento più importante: dopo 51 anni di attesa la possibilità di riportare il trofeo a Bologna. Una finale di Coppa Italia contro il Milan che potrebbe certificare lo status di grande squadra dimostrato nelle ultime due stagioni. Tra i protagonisti di questa ascesa verticale c'è sicuramente Riccardo Orsolini, il quale ha parlato anche della partita di mercoledì nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Andiamo a riportare di seguito un estratto di quanto ha dichiarato.

Le parole di Orsolini sui tredici gol in campionato e la rete segnata a San Siro contro il Milan

Ho segnato dalla mia mattonella, in quel gol c’è tutto me stesso. Attacco alla profondità, rientro e tiro. San Siro mi porta bene, mi gasa. Dei numeri sono felice: 13 reti in campionato e 2 in coppa, spero non sia finita qui perché ne servono altri. Mi rende ancora più felice aver trovato grande continuità

Sulla sconfitta con il Milan come insegnamento per la finale di Coppa Italia

Eravamo in vantaggio e pensavamo di gestire, il Milan non dava l’impressione di voler andare all’arrembaggio, gli abbiamo dato la scintilla che li ha riaccesi e noi ci siamo aperti come il burro. Se giochiamo così a Roma prendiamo gli schiaffi. Abbiamo capito cosa non dobbiamo fare

Su quanto pesa il ko di Milan nella corsa europea

Tanto, ora sei costretto a fare calcoli e dipendi dagli altri. Adesso devi vincere le ultime due gare e sperare, non è una buona situazione, è molto peggiorata. Ma non siamo quelli visti a San Siro

Su chi è favorito in finale

Sulla carta loro a livello di nomi e blasone e poi sono il Milan. Le partite però vanno giocate e noi sappiamo cosa fare e, ora, cosa non fare

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Riccardo Orsolini esulta dopo il gol (Photo by Marco Luzzani/Getty Images Via OneFootball)


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Bologna bene fino a Pasqua con il successo con l'Inter. Poi avete avuto un po' di braccino? La risposta di Orsolini

Non direi. Non è un calo fisico né paura o tensione, ogni tanto la nostra fiammella diventa fioca poi si riaccende: una spiegazione non c’è, è importante darsela in fretta

Le parole di Orsolini sulla sua miglior stagione e sui margini di crescita

Ho raggiunto un livello di maturità tale per capire tante cose. È stata la miglior stagione perché vissuta con il sorriso: non sempre è successo

Sull'ormai iconica esultanza della bussata alla telecamera. E' un messaggio a Spalletti?

C’è un mio amico che produce infissi a Rotella, vicino Ascoli Piceno (ride, ndr)

Ansia per la finale di mercoledì?

Non ho mai giocato partite che contano davvero. Da una parte speri di vincere e sei un po’ teso, è una finale. Ci sarà un esodo, abbiamo spostato il Dall’Ara a Roma più che per lo spareggio-scudetto del 1964 con l’Inter: una roba che succede per il Papa. Poi vedrò il presidente Mattarella, è simpatico. Ricordo sotto il Covid quando si sistemava i capelli e fece quella battuta sul non poter andare dal barbiere

All'inizio aveva la fascia di capitano, Italiano gliel'ha tolta. L'ha presa male? La risposta del numero 7

Non è stata una punizione. Io devo giocare senza pensieri o responsabilità, libero. Sono contento di averla avuta per primo in Champions, ma un capitano si vede in altro: sono un trascinatore, la fascia è appena un pezzo di stoffa

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Riccardo Orsolini e Santiago Castro (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images Via OneFootball)

Le parole di Orsolini sull'esperienza in Champions come ausilio per raggiungere la finale di Coppa Italia

Sì, tanto. Dopo le gare di Champions tornavamo in campionato e tritavamo tutti: ti portavi dietro quel ritmo, si va al doppio. Ad Anfield contro il Liverpool correvo e pensavo: “Ma come faccio ad andare così forte?"

Sulla possibilità di restare a mani vuote

Abbiamo provato a fare tutto e abbiamo fatto bene: ora è fondamentale vincere la Coppa Italia e staccare il pass per l’Europa League. In questo il Milan sta peggio di noi

Sulla pressione sul Bologna

Io non la sento, ho il gusto di partecipare a un evento storico, da 51 anni che il Bologna non giocava una finale. E l’anno scorso la Champions che mancava da 60: in due anni abbiamo ucciso la storia

E' il volto di Bologna: vuole restare per sempre?

Ho 28 anni, un contratto fino al 2027, sono legato in un modo folle a Bologna, ci siamo fusi. Ho fatto 70 gol e mai una volta ho baciato il simbolo sulla maglia e non lo farò mai: non prometto, non mi piacciono le prese in giro. Al Bologna c’è tutto per restare in alto. La prossima Supercoppa in Arabia sarà un altro passo di crescita: il “Califfato dell’Orso”. Fossi un giocatore mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da dio. Ci vediamo a Roma, sarà un successo e da Orsetto voglio abbracciare tutti i tifosi

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