Cagliarinews24
·4 agosto 2025
Oliveira: «Quando mi ha cercato il Cagliari, io non sapevo dove fosse la città, poi ho visto il Poetto e ho capito che…»

In partnership with
Yahoo sportsCagliarinews24
·4 agosto 2025
Luis “Lulù” Oliveira ha concesso una lunga intervista per Fanpage tramite la quale ha ricordato diversi momento della sua parabola calcistica in Italia. L’ex attaccante del Cagliari ha rilasciato delle dichiarazioni sui suoi anni in Sardegna, la partita di Coppa Uefa con l’Inter e non solo. Le sue parole:
L’ARRIVO IN SARDEGNA – «Il Cagliari è venuto a vedermi due volte e quando mi dissero del loro interesse io non sapevo neanche dove fosse questa città. “Dov’è Cagliari”, ho chiesto… poi quando sono arrivato mi sono subito innamorato perché mi sembrava di essere in Brasile. Arrivai insieme ad un giornalista belga che doveva fare un servizio e quando misi piede al Poetto capii che era il posto giusto. Così è stato».
LA CAVALCATA IN COPPA UEFA – «Noi ci sentiamo spesso con i compagni di quel periodo e nella chat ricordiamo di quella stagione. Eravamo un bel gruppo e siamo arrivati quasi alla finale. Abbiamo battuto la Juve a Torino e poi abbiamo vinto con l’Inter in casa, ribaltando il risultato. Poi perdemmo al ritorno perché pensavamo di avere fatto un passo in avanti. Io ho sempre detto che se avessimo incontrato l’Inter nella partita secca, tipo una finale, poteva succedere di tutto ma nel doppio confronto ci poteva stare di perdere».
ACCUSE DI COMBINE – «Spesso i tifosi ci hanno fatto domande su possibili combine rispetto a quella partita ma io rispondo sempre allo stesso modo: potevamo diventare degli eroi arrivando in finale, e magari vincendo il trofeo, c’erano tanti soldi di premio e ci vendevamo la partita? Ci avevano promesso un sacco di soldi. La gente ha i dubbi perché ha visto un Cagliari troppo diverso da quello della partita d’andata ma ci sono delle gare che vanno così. Era la prima volta che il Cagliari arrivava a quel punto in un torneo europeo e non aveva nessun senso fare discorsi del genere».
DELY VALDES E MATTEOLI – «Un compagno favoloso è stato Dely Valdes, ma dietro alla nostra intesa c’erano i piedi e l’intelligenza di Matteoli. Dietro ad ogni attaccante c’è sempre qualcuno che ti permette di fare gol».
MAZZONE, RANIERI E GLI ALTRI ALLENATORI – «Ricordo sempre questo aneddoto con Mazzone, che non mi voleva vedere con capelli lunghi, magliette sgargianti e orecchini. Un giorno Francescoli, che parlava francese e mi aiutava per le traduzioni, mi disse che il mister era un po’ arrabbiato con me. Io in Belgio mi vestivo così e mi sembrava normale ma piano piano mi fece cambiare idea. Lui, Tabarez, Bruno Giorgio, Malesani e Ranieri mi hanno dato tanto. Posso raccontare un aneddoto per far capire la grandezza di Malesani».