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Redazione·6 giugno 2022
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Redazione·6 giugno 2022
A Manchester lo aspettano con una discreta ansia. Lui gioca, a fare il mancuniano, a fare il Citizen, cosa che diventerà presto.
La Manchester Blue ha vissuto un weekend con diverse emozioni, a cominciare dal doppio concerto di Liam Gallagher a Knebworth, 26 anni dopo quelli divenuti storici con il resto degli Oasis.
Gli Oasis li citiamo non a caso. Oltre ad essere tifosi sfegatati del City, sono anche terminati nell’ultima storia di Erling Haaland, pubblicata dopo la doppietta di ieri con la Norvegia: Haaland guarda roboticamente in camera, e c’è Wonderwoll in sottofondo.
Un uno due imperioso del promesso sposo del City: un rigore al 20′, e un destro all’angolino al minuto 69. Proprio la seconda rete ha innescato una reazione dell’attaccante norvegese, che ha esultato in faccia a Milosevic, prima di spostarsi verso la bandierina a celebrare il raddoppio con i compagni.
Haaland ha spiegato poi di essere stato provocato dal difensore dell’AIK, che lo avrebbe chiamato “p*****a”: una mini discussione avvenuta a centrocampo, due minuti prima del gol. “Mi ha chiamato così, e posso tranquillamente dire che non lo sono – ha detto l’ex Dortmund a TV2 – Poi ha minacciato di rompermi i piedi, così quando ho segnato…”.
Milosevic ha smentito. “Io parlo svedese, Haaland parla norvegese: non so come dovremmo comunicare”.
Una faccenda di campo, che è finita però nelle grinfie delle telecamere, restituendo qualche lettura del labiale che sembra dar ragione al promesso sposo del City.
Esiste infatti un primo piano su Milosevic, relativo a quello scontro poco precedente al gol, e alcuni hanno riconosciuto alcune parole in svedese riconducibili alla prima parola del titolo di questo articolo.
Come sempre, in questi casi, la verità è difficile da stabilire: l’unica realtà inossidabile è la propensione al gol di questo ragazzo classe 2000.