👎 Non solo Xavi: da Pirlo a Inzaghi, quando la leggenda cade in panchina | OneFootball

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Tommaso Cherubini·30 gennaio 2024

👎 Non solo Xavi: da Pirlo a Inzaghi, quando la leggenda cade in panchina

Immagine dell'articolo:👎 Non solo Xavi: da Pirlo a Inzaghi, quando la leggenda cade in panchina

L’esempio di Xavi al Barcellona è solo l’ultimo di una lunga lista: non sempre essere stati una leggenda e un giocatore formidabile di un club aiutano nel ruolo di allenatore, soprattutto quando si è alle prime armi (di esempi come Guardiola o Zidane ce ne sono pochi).

Xavi in Liga, ma anche in Italia abbiamo avuto diversi casi recenti con Pirlo alla Juventus o i vari Seedorf-Inzaghi-Gattuso che non sono riusciti a ripetere le loro gesta da calciatori sulla panchina del Milan. Vediamo insieme alcuni esempi di leggende da giocatori che non hanno funzionato – per vari motivi – nei rispettivi club da allenatori.


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LE LEGGENDE DEL MILAN

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Il Milan è stata probabilmente la prima squadra in epoca recente ad attuare questa strategia, cominciando nel gennaio 2014 con la prima esperienza di Seedorf dopo l’esonero a sorpresa di Allegri. Seedorf agisce da traghettatore, non riesce neanche a qualificarsi in Europa League (termina 8º in campionato) e viene esonerato a fine stagione.

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A sorpresa, il club rossonero non punta su un allenatore esperto per risollevare la situazione ma a un altro alla prima esperienza in panchina, un’altra leggenda recente del club: Pippo Inzaghi. Anche lui non funziona: 10º posto in campionato, altra stagione senza qualificazione alle coppe europee e nonostante il biennale firmato viene esonerato anche lui a giugno a stagione terminata.

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Dopo Seedorf e Inzaghi, con alcuni mesi di attesa, è il turno di Gattuso, che però a differenza degli altri aveva già avuto alcune esperienze in panchina. Gattuso arriva da subentrato a novembre 2017, rimane per una stagione e mezzo, riesce a risollevare un po’ l’ambiente rossonero (prima un 5º posto e poi un 6º) ma senza grandi exploit. E anche la sua esperienza non termina benissimo, per utilizzare un eufemismo.


PIRLO ALLA JUVE

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L’estate del 2020 è stata l’estate di Andrea Pirlo, che era pronto a prendere in mano la Juventus Under 23 come sua prima esperienza su una panchina e poi, dopo alcune settimane, la società bianconera – probabilmente con alcuni piani di mercato sfumati – decide di cambiare idea e affidargli la panchina della prima squadra, reduce dalla stagione con Maurizio Sarri.

Nonostante fosse la sua prima esperienza, l’avventura di Pirlo ha avuto alti e bassi: termina 4º in campionato ma vince anche Supercoppa e Coppa Italia, la Juve poi ha l’opportunità di richiamare Allegri e decide di concludere la sua avventura.

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È stato un flop? Probabilmente non come altri, vista la prima stagione con trofei e qualche buona sensazione, ma difficile etichettarla come una buona stagione: Pirlo alla Juve – che aveva a disposizione anche Cristiano Ronaldo – non ha funzionato.


LAMPARD AL CHELSEA

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Un altro nome che proprio non ha funzionato è stato Frank Lampard, di ritorno al Chelsea dopo esserne stato uno dei migliori giocatori della storia dei Blues.

Lampard allenava da poco, aveva fatto un’ottima stagione al Derby County in Championship e viene scelto nel 2019 per guidare il Chelsea. Nel primo anno – vista anche la situazione economica dei Blues con mercato bloccato – Lampard fa una discreta stagione, termina 4º in Premier e si guadagna la conferma per la stagione successiva, che però non termina: a gennaio la squadra gli è già scivolata di mano, è 11ª in campionato e l’ex centrocampista viene esonerato.

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A sorpresa Lampard torna anche come traghettatore nel 2023 dopo l’esonero di Potter: in questo caso nessuna aspettativa, con 9 partite rimaste da giocare in Premier ne vince solo 1. In generale, l’esperienza di Lampard sulla panchina di quello che è stato il suo club è stata un grosso flop.


SOLSKJAER AL MANCHESTER UNITED

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Altro giro in Inghilterra, questa volta a Manchester sponda rossa: Ole Gunnar Solskjaer, dopo essere stato un gran giocatore dei Red Devils, prende in mano la panchina di Old Trafford nel gennaio 2019 come allenatore ad interim dopo l’esonero di Mourinho.

Doveva essere un traghettatore, ma i primi mesi sono più che positivi e il norvegese viene confermato: non vince nessun trofeo, ottiene comunque un 3º posto e poi un 2º posto in due stagioni intere in Premier per essere poi esonerato a novembre alla sua 4ª stagione.

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Montagne russe, un’identità mai trovata, risultati discreti ma senza riuscire a riportare lo United ai fasti del passato (ancora oggi nessuno ci è riuscito): Solskjaer non ha fatto disastri, la situazione dei Red Devils è complicatissima ma anche i risultati ottenuti non sono stati di certo positivi.


KOEMAN AL BARCELLONA

Il Barcellona sembra non aver imparato la lezione, perché prima di Xavi ci aveva già riprovato con Ronald Koeman, autentica leggenda blaugrana.

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L’olandese aveva già tante esperienze alle spalle, dall’Ajax fino alla Premier League con Southampton ed Everton fino alla nazionale Oranje. Koeman, però, non funziona: un 3º posto in Liga e un’eliminazione agli ottavi di Champions contro il PSG nel 2020-21, la situazione precipita nei mesi della sua 2ª stagione e viene esonerato a ottobre proprio per far spazio a Xavi.


HENRY AL MONACO

La carriera di Thierry Henry da allenatore, per il momento, non è neanche paragonabile a quella avuta da calciatore.

L’ex leggenda dell’Arsenal, infatti, ha iniziato il suo percorso in panchina nel 2018 – da subentrato – con il Monaco, club dove è esploso e in cui ha giocato ben 5 stagioni.

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Henry, però, dura pochissimo: 12 partite di tempo in Ligue 1, solo 2 vittorie ed esonero a gennaio. Non proprio benissimo.