Calcionews24
·7 settembre 2023
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Nella turbolenta estate azzurra, Paolo Nicolato è stato uno dei primi a uscire di scena. L’ex ct dell’Under 21 ha pagato il pessimo campionato europeo fatto dalla sua rappresentativa. Con il Corriere della Sera ha ripercorso quei momenti e, più in generale, la situazione in casa Italia.
IL SUO ADDIO DOPO 7 ANNI – «Non è stata un’estate facile: c’era anche l’obiettivo della qualificazione ai Giochi e per uno come me era un grande sogno da inseguire. La delusione è stata forte, anche perché arrivavamo da imbattuti».
ULTIMO ANNO – «Sì, l’ultimo anno andava gestito meglio. Siamo stati coinvolti però dalla gestione della Nazionale A e da un ricambio generazionale che non ha favorito l’Under 21».
L’ANNUNCIO DI MANCINI COORDINATORE DELLE UNDER – «Probabilmente non ha aiutato il fatto che sia trapelata la notizia del mio addio a termine manifestazione. Ma non ha influenzato i ragazzi e lo staff: hanno dato tutto».
HA PAGATO DIVERGENZE CON MANCINI – «Non lo so, può darsi. C’era bisogno di un allenatore che condividesse in pieno il tipo di gestione che si andava a prospettare. Non ci sono stati contrasti, ma c’erano idee non del tutto simili. Non ero sulla stessa linea, essere coerente per me è importante».
MANCINI PUNTAVA A UN SISTEMA COMUNE – «Per me la Nazionale non è un club e la U20 e la U21 non possono essere trattate come una Primavera di A: le dinamiche sono diverse, le competizioni pesano e c’è poco tempo per lavorare. Condivido poco il fatto di giocare allo stesso modo della prima squadra: ogni annata è diversa e bisogna tirare fuori il meglio dai calciatori. Legarsi agli schemi mi pare fuori logica».