Calcio e Finanza
·11 gennaio 2024
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La Premier League pone i suoi club sotto uno stretto controllo sui conti e ha precise regole per quanto riguarda la sostenibilità, con regole di spesa legate ai ricavi di ciascuna società. In questa morsa del Fair Play Finanziario interno potrebbe finirci il Newcastle, nonostante il club inglese sia controllato dal fondo di investimento pubblico PIF con sede in Arabia Saudita.
La società inglese, protagonista delle ultime sessioni di mercato con acquisti da decine e decine di milioni di euro (l’ultimo esempio è quel Sandro Tonali strappato al Milan) potrebbe essere costretta a dover cedere uno dei propri giocatori di maggior valore per rientrare nei parametri imposti dalla Premier League. Al contrario, il club si troverebbe a rischio sanzioni, come accaduto all’Everton, reo di aver superato il limite di spesa consentito nell’ultimo triennio. Penalizzazione di 10 punti e classifica completamente ribaltata per la formazione di Liverpool.
A confermare questo scenario è l’amministratore delegato del Newcastle, Darren Eales. Gli indiziati per una futura cessione, secondo quanto riporta l’autorevole quotidiano britannico The Times, sono proprio gli acquisti più onerosi della gestione PIF: Alexander Isak, Sven Botman e Bruno Guimarāes.
La regola che il Newcastle rischia di infrangere è quella che impone a ogni club di non superare perdite complessive negli ultimi tre bilanci per 105 milioni di sterline (al cambio attuale, oltre 120 milioni di euro) e i Magpies hanno speso più di 400 milioni per l’acquisto di calciatori. Spese non sostenute dai ricavi, nonostante questi siano cresciuti esponenzialmente fino a quota 250 milioni, come conferma l’ultimo bilancio chiuso al 30 giugno 2023. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla qualificazione in Champions League, risultato che la formazione di Howe potrebbe non riuscire a replicare in questa stagione.
I conti del Newcastle per la stagione 2022/23, pubblicati quest’oggi, mostrano una perdita di 73,4 milioni di sterline al netto delle tasse, dopo una perdita di 72,9 milioni dell’anno scorso. Quindi un valore complessivo di 146,3 milioni che rappresenta già ora uno sforamento delle regole del Fair Play Finanziario della Premier League e costringe gli inglesi a chiudere il prossimo bilancio in positivo per diverse decine di milioni.
A domanda diretta sulla cessione di uno dei pezzi pregiati arrivati negli ultimi anni, Eales ha così risposto: «È difficile da ipotizzare ma, se ci venisse offerto un miliardo di sterline per uno di quei giocatori, nessuno potrebbe contestare che una cessione non abbia senso. Qualsiasi decisione che prenderemo sarà sempre orientata al beneficio a medio e lungo termine per il club. Il ragionamento vale per qualsiasi giocatore, ovviamente poi dipenderà dalle circostanze che si verranno a creare. È difficile parlare, adesso, nello specifico, ma posso dire che, se vogliamo arrivare dove vogliamo arrivare, a volte è necessario cambiare i propri giocatori». Qui l’amministratore delegato del Newcastle ha citato gli esempi di West Ham, con la cessione di Declan Rice, e Liverpool, con quella di Coutinho.
«Se stai sfornando giocatori crei più margine di manovra – sottolinea Eales -. Hai un giocatore da 50 milioni di sterline che puoi vendere e ne porti un altro dello stesso valore. Che senso ha farlo? Secondo il Fair Play Finanziario, se vendi un giocatore da 50 milioni di sterline e ne prendi uno identico con 50 milioni di sterline e lo stesso stipendio, quest’ultimo ti costa solamente 10 milioni all’anno per via della quota ammortamento legata al cartellino, quindi stai creando 40 milioni di margine. Questa è la realtà del FPF».
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