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·5 luglio 2025
Nerozzi: «In Real Juve è mancato tutto, troppa differenza. La squadra torna dagli USA con più domande che risposte. Tudor ha detto…» – ESCLUSIVA

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·5 luglio 2025
In esclusiva a Juventusnews24.com è intervenuto il giornalista del Corriere della Sera, Massimiliano Nerozzi. Ecco la sua analisi su Real Madrid-Juve giocatasi martedì 1 luglio che ha sancito l’eliminazione dei bianconeri dal Mondiale per Club.
La Juve esce a testa alta da questo Mondiale per Club e dalla sfida con il Real Madrid. Cosa è mancato alla squadra bianconera al netto comunque di una buona prestazione?«È mancato tutto, nel senso che l’impressione è che dopo essere arrivati dal 5-2 col Manchester City la Juve, non ti dico che abbia giocato per limitare i danni, ma si è accontentata di fare una partita seria e perdere con onore. Penso che più di questo la Juve non possa dare adesso nel senso che c’è troppa differenza di qualità, di quantità anche della rosa tra le due squadre. Quindi la Juve ha dato tutto quel che aveva nel primo tempo dove ha avuto anche occasioni da gol poi insomma, nel secondo tempo è sparita dal campo e diciamo che si è accontentata di perdere solo 1 a 0, cioè non ne aveva più sostanzialmente».
Al 70’ esce Yildiz per Koopmeiners. Tudor rinuncia al giocatore più prestigioso e più qualitativo della rosa e che non sembrava, tra l’altro, molto convinto della sostituzione. Scelta suicida del tecnico croato?«È un cambio che è stato criticato da molti tifosi, Tudor dopo ci ha spiegato che in realtà aveva visto Yildiz che si toccava, faceva stretching un po’ di volte, quindi secondo me c’è stato anche il problema fisico nel senso che non ha voluto rischiare un giocatore fondamentale in una partita che difficilmente avrebbe vinto e in condizioni ambientali abbastanza complicate. Lui ha detto che già dieci giocatori gli avevano chiesto il cambio quindi immagino che se fosse stata una partita di Champions in cui si giocava non penso lo avrebbe cambiato».
I subentrati non hanno dato il contributo sperato, quanto questo aspetto ha inciso sul risultato finale del match?«Sicuramente ha inciso, la Juve ha messo dentro giocatori o fuori condizione o che la condizione la cercano. Il Real al 22’/23’ ha messo dentro Mbappé che lui stesso, per carità, cercava la condizione perché ha fatto il Mondiale in ospedale però insomma, la differenza di qualità nei cambi si è vista anche più avanti. Per quello, come ti dicevo, la Juve cerca più di una rosa, anche un’ampiezza di rosa perché col Manchester City Tudor aveva cambiato 4/5 giocatori e la squadra ha completamente perso equilibrio al di là che gli inglesi fossero nettamente superiori».
Dopo la partita col City ci si aspettava una reazione che è arrivata ma sono ancora evidenti i limiti della Juventus. Quello che le chiedo è: quanto sono profonde queste lacune?«Dipende dove si mette l’asticella, Scanavino negli Stati Uniti ha detto che serve una squadra competitiva. Io penso che la Juve se fa un buon mercato potrà essere competitiva ma in Italia; faccio fatica a pensare a una Juve competitiva in Champions League. I bianconeri faranno la Champions quest’anno ma arrivare agli ottavi sarebbe già un ottimo risultato. Ricordiamo che la stagione scorsa non ci è arrivata perché è stata eliminata agli spareggi che non erano gli ottavi quindi manca pochissimo per essere competitivi di nuovo in Italia, manca tanto secondo me per essere competitivi in Europa».
Nonostante l’eliminazione dal Mondiale per Club Tudor cosa di positivo può portarsi a casa?«Di positivo si porta che comunque un asse della squadra ce l’ha, cioè portiere, centrocampista e davanti, trequartista insomma che sono Di Gregorio, Thuram e Yildiz. Sono tre giocatori secondo me di livello sui quali la Juve può puntare a occhi chiusi. Per tutto il resto ho la sensazione che la squadra bianconera torni dagli Stati Uniti con più domande che risposte perché come prima ricordavi tu qual è la vera Juve? Le prime due vittorie sono state fatte con squadre nettamente inferiori ma non lo dico io, lo dicevano i giocatori della Juve nel post, e poi contro avversari molto più forti, in una partita hai perso malissimo – contro il City – l’altra, diciamo che hai salvato l’onore però non hai mai rischiato di vincere – col Real – quindi qual è la vera Juve? Boh, adesso come ha detto Tudor si riposeranno. Lui ha detto testuale “servono tanti giocatori e bravi” e quindi è evidente che da qui all’inizio del campionato la società dovrà rinforzare la squadra».
All’Hard Rock Stadium di Miami la Juve ha gettato il cuore oltre l’ostacolo ma non è bastato. Quanto ha inciso – sul cammino dei bianconeri nella competizione – la stanchezza della stagione di Serie A da poco conclusasi?«Meno rispetto agli altri perché secondo me la Juve ha avuto una stagione tribolata ma per certi versi – sì forse le energie le ha spese per prendere il quarto posto – ma forse aveva più voglia di riscatto avendo fatto brutte figure rispetto a non lo so, il PSG che aveva vinto la Champions League o piuttosto ad altre squadre che comunque avevano giocato in una stagione tantissime partite. Penso alle 60 dell’Inter quindi insomma – certo ha pesato perché eri a fine stagione – ma meno di quel che è successo per altre squadre».
Se fosse entrata in porta, nel primo tempo, la palla di Kolo Muani avremmo assistito a una partita diversa?«Una partita diversa no, forse un risultato diverso perché nel calcio non puoi mai sapere però io ho avuto la sensazione che quando il Real si è messo a spingere cioè i primi 5/10 minuti del secondo tempo che ha avuto più occasioni poi il gol, si sia vista una grande differenza insomma. Mi ha fatto un po’ pensare a quelle partite dove quando la Juve era ancora una grande squadra, giocava in casa e potevi capitare la domenica contro una squadra di seconda fascia il Verona, il Genoa e che magari facevano un grandissimo primo tempo, la partita era in equilibrio dando tutto; poi nel secondo tempo non potendo reggere quei ritmi venivano battute. Un po’ l’idea che mi ha dato Real Madrid – Juve è stata questa insomma; che i bianconeri sono andati ai 200 all’ora finché hanno potuto, dopodiché è venuto fuori il Real. Magari cambiava qualcosa, non penso che sarebbe cambiato il tipo di partita, col il gol di Kolo Muani poi sai, se segnava magari i Blancos sbagliavano dici gol e vincevi 1-0. Quindi il punteggio magari poteva cambiare non il tipo di partita».
Il gol di Gonzalo García è arrivato su una disattenzione difensiva quindi ancora una volta ritorna un tema ricorrente della scorsa stagione ma allo stesso tempo la Juve ha un reparto offensivo che è poco incisivo. Quale dei due aspetti è più limitante per questa squadra?«In proiezione futura è limitante l’attacco nel senso che la Juve alla fine anche con Thiago Motta, tranne le ultime due partite – 4-0 e 3-0 con Atalanta e Fiorentina – la difesa comunque è sempre stata abbastanza in asse idem con Tudor. L’attacco ha avuto onestamente dei passaggi a vuoto pesanti anche per la cattiva forma di Vlahovic. Penso che la Juve dovrà in futuro dare certezze sull’attacco, secondo me in difesa – nonostante le critiche che si possono fare ai singoli giocatori, nonostante il valore non in assoluto fantastico di alcuni giocatori – insomma più o meno una quadra in difesa la Juve l’aveva trovata al di là di errori, come ricordavi tu, sulle palle inattive e sui cross».
Gattuso è l’allenatore giusto per la Nazionale Italiana considerando anche quello che è l’obiettivo cioè di centrare la qualificazione mondiale?«Può essere l’allenatore giusto perché c’è talmente tanto tempo che bisognerà lavorare più sulle teste, sull’orgoglio, sulla voglia che sulle lavagne. Il commissario tecnico – da che mondo è mondo – già quando ha molto tempo fa fatica ad imporre una visione tecnica. Ci riuscì Conte, ci è riuscito un po’ Mancini, con la vincita dell’Europeo ovviamente, ma sono state eccezioni. Quindi per il tempo ridotto magari può essere l’allenatore giusto Gattuso nonostante le sue ultime esperienze sulle panchine non siano state il massimo. Però c’è talmente tanto poco tempo che magari è sufficiente risvegliare un po’ di voglia, un po’ di attaccamento, un po’ di cattiveria agonistica per riuscire a portare a casa l’obiettivo».
Si ringrazia Massimiliano Nerozzi per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
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