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·31 luglio 2025
Napoli, tra i pali non c’è più un solo padrone: Meret e Milinkovic-Savic, inizia il duello voluto da Conte

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·31 luglio 2025
Altro che secondo portiere. Vanja Milinkovic-Savic si è presentato al ritiro del Napoli con un messaggio chiaro, evidente fin dal primo allenamento: è qui per prendersi i guanti da titolare.
Nel secondo ritiro estivo degli azzurri, dopo i dieci giorni trascorsi a Dimaro, è partita ufficialmente quella che si preannuncia come una delle sfide interne più delicate e interessanti dell’intera rosa. Alex Meret, titolare indiscusso per anni (ma spesso al centro di critiche), dovrà ora guardarsi le spalle da un portiere che arriva con il pedigree da titolare e con il pieno appoggio di Antonio Conte.
Il tecnico salentino non ha mai nascosto la sua filosofia: la concorrenza è un motore, non un problema. E nel caso del portiere, ruolo spesso blindato a inizio stagione, ha voluto rompere lo schema. Nessuna gerarchia scritta, nessun privilegio per “chi c’era prima”. Milinkovic-Savic, reduce da una stagione convincente al Torino, non è venuto a Napoli per scaldare la panchina. Fisico imponente, grande presenza tra i pali, ma anche margini di miglioramento: Conte punta a scolpirlo come ha fatto in passato con altri portieri che, sotto la sua guida, hanno compiuto un salto decisivo.
Per Meret si chiude l’epoca del posto assicurato. Dopo il trionfo, il Napoli ha deciso di proseguire su una strada già intrapresa, con un investimento che non ha il sapore del semplice rinforzo, ma dell’avvertimento. L’arrivo di Milinkovic-Savic non è figlio di un calendario affollato, ma di una precisa volontà: alzare la competizione interna e rimettere tutto in discussione, anche tra i pali.
Il friulano lo sa bene: il serbo non è venuto a fare da comparsa. E le prime uscite amichevoli, insieme al lavoro quotidiano a Castel di Sangro, serviranno a Conte per iniziare a misurare carattere, prontezza e affidabilità dei suoi due portieri. Dove prima c’era una sola opzione, oggi c’è un’alternativa credibile. Ed è proprio questo l’aspetto più interessante: in un ruolo spesso trascurato nella costruzione di una squadra vincente, Conte ha portato meritocrazia e pressione. Niente comfort zone, niente protezioni.
Non si vince con un portiere comodo del proprio status. Non si costruisce un ciclo con chi dà per scontata la maglia. Meret dovrà sudarsi ogni minuto, Milinkovic-Savic dovrà dimostrare di meritarsi la fiducia. La concorrenza, quella vera, è iniziata. E il Napoli può finalmente contare su un dualismo che promette di alzare il livello generale della squadra. Il messaggio del tecnico è chiaro, inequivocabile e destinato a durare: qui gioca solo chi lo dimostra sul campo, giorno dopo giorno.
Andrea Alati