Calcionews24
·14 maggio 2025
Napoli Taglialatela: «Parma? Una vittoria cancellerebbe tutti i ricordi amari della retrocessione del ’98!»

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·14 maggio 2025
Il Napoli va a Parma con l’imperativo di vincere per rimanere in vetta al campionato e continuare ad alimentare il sogno scudetto in questo sprint di fine stagione. Il Mattino per l’occasione ha intervistato Pino Taglialatela, portiere dei partenopei che nel 1998 retrocessero in Serie B proprio al Tardini. Di seguito le sue parole.
RETROCESSIONE – «Sono passati 37 anni da quel pomeriggio, Sabato Santo del ‘98. È un incubo che mi fa svegliare la notte. Ma adesso tutto può cambiare»
ANNATA AMARA – «La retrocessione del ‘98 rappresentò l’amaro e inevitabile epilogo di anni di sofferenza. Tornai nel ‘93 a Napoli, dov’ero calcisticamente cresciuto, per giocare nella squadra di Lippi. A causa della crisi societaria erano cominciate le cessioni di calciatori importanti: in quell’estate Crippa e Zola si trasferirono proprio a Parma. Si andava avanti con i prestiti che club ricchi mettevano a disposizione del Napoli. Con Lippi centrammo la qualificazione Uefa ma in una stagione in cui per nove mesi non ci erano stati pagati gli stipendi. E i problemi aumentavano. Ricordo un pomeriggio nel ritiro del Ciocco, luglio del ‘95: il dirigente Carlo Iuliano portò una bottiglia di champagne per festeggiare l’iscrizione al campionato… Ecco, ciò che accadde nel campionato ‘97-‘98 fu la conseguenza di tutto questo».
FERITA PROFONDA – «Io ero tifoso pazzo del Napoli, mai pensato, neanche per un momento, di andare via e si comprenderà quanto profonda sia stata quella ferita. Eppure, quella squadra si sarebbe tranquillamente potuta salvare».
L’ABBRACCIO – «Fabio Cannavaro era amico ed ex compagno, indossava la maglia del Parma ma era rimasto legatissimo a tutti noi. Comprese la nostra tristezza: quella di una squadra e di un popolo. Un dramma, ovviamente calcistico. Ma è arrivato il momento per cancellarlo: il momento è la partita di domenica a Parma. Se arrivasse quello che tutti sogniamo, una ferita così profonda da aver lasciato il segno anche dopo 37 anni verrebbe rimarginata. Lo dico da calciatore del Napoli che era in campo quel giorno e da grandissimo tifoso».
DAL FALLIMENTO ALLA SOLIDITÀ – «Negli anni ‘90 la crisi post Maradona sfociò nella retrocessione e subito dopo nel fallimento. Adesso c’è un club solido. De Laurentiis è un personaggio che può piacere o meno ma i risultati gli danno ragione. Mi riferisco a quelli della squadra e anche della società. Tifare per un club di questo livello è motivo di orgoglio. Il Napoli non ha debiti, può spendere serenamente sul mercato e fare investimenti di spessore, come l’ingaggio di Conte. Il Napoli si trova alla pari di quei club che lo avevano surclassato da un punto di vista economico. Adesso è tra i migliori. Anzi, il migliore».
IL MODELLO – «Lo dico da ex azzurro e mi permetto di fare una valutazione anche da dirigente. Sono il presidente dell’Ischia, non il proprietario sia chiaro: anche ai nostri livelli servono importanti capitali. Sulla mia isola ho cercato di creare una compagine societaria, tra azionisti e sponsor, e non è stato facile. Se dovessi scegliere un modello come presidente indicherei De Laurentiis e Lotito. Napoli e Lazio hanno avuto la fortuna di trovare due uomini che hanno saputo ripianare i debiti e creare solide realtà».
PAROLA DI PORTIERE – «Chi gioca in questo ruolo è adesso più bersagliato: le tante telecamere, i social… La partita col Genoa era molto importante, ormai è andata e Alex deve guardare avanti. È serio e freddo, ha personalità. È qui da sette anni e ha dovuto sopportare critiche spesso ingiuste. Io dico che uno come lui può fare la differenza».
FINALE DI STAGIONE – «La preoccupazione la vedo in giro. Certo, le ultime due avversarie, Parma e Cagliari, devono ancora salvarsi. Ma il Napoli è il Napoli, primo in classifica nonostante i problemi che ha dovuto affrontare. E Conte è un allenatore che può esprimere la sua forza in questi contesti e fare la differenza. Bisogna guardare alle due gare con fiducia».
PROGETTO CONTE – «Conte rappresenterebbe la continuità di un grande progetto per la crescita del club e della squadra. Ci eravamo un po’ persi l’anno scorso mentre in questo campionato il Napoli è stato o primo o secondo. Se vuoi essere protagonista devi andare avanti con Conte. Si sa chi è: un uomo tosto, talvolta asfissiante, con i dirigenti, i giocatori e perfino con l’ambiente. Certo, io ricordo un altro Napoli».
RICORDI AMARI – «Il Napoli che cambiava un allenatore all’anno e nella stagione della retrocessione furono addirittura quattro. Cos’era allora un progetto?».