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·27 luglio 2025
Napoli, rottura sul Maradona: il club valuta un nuovo stadio per Euro 2032

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·27 luglio 2025
La frattura tra SSC Napoli e Comune sul futuro dello stadio Diego Armando Maradona si è consumata in modo netto.
In un comunicato ufficiale, il club di Aurelio De Laurentiis ha dichiarato l’impianto “inidoneo” ad ospitare partite degli Europei 2032, annunciando l’intenzione di investire nella costruzione di un nuovo stadio di proprietà, con l’ambizione di farne un’infrastruttura moderna e all’altezza degli standard UEFA.
Il comunicato del Napoli: «Il Maradona non è adatto agli Europei» La nota diffusa dalla SSC Napoli chiarisce i contenuti dell’incontro interlocutorio avvenuto nei giorni scorsi con UEFA, FIGC e Comune di Napoli, al quale il club ha partecipato attraverso il proprio rappresentante legale, l’avvocato Arturo Testa.
Ecco i principali passaggi:
UEFA ha ribadito i parametri stringenti per la candidatura a Euro 2032, sottolineando la necessità di una cooperazione concreta tra club e istituzioni locali.
Il Napoli ha espresso una valutazione negativa sull’idoneità dello stadio Maradona, definendolo inadeguato sia sotto il profilo strutturale che economico.
I progetti di adeguamento proposti dal Comune, secondo il club, non rispondono ai criteri di sostenibilità finanziaria e non permetterebbero l’allineamento agli standard europei richiesti.
Un passaggio del comunicato smentisce inoltre alcune ricostruzioni giornalistiche recenti: «Non è stato dato alcun OK di UEFA e FIGC al progetto del Comune, come scritto da alcuni organi di stampa».
Verso un nuovo stadio: progetto e visione del club Di fronte all’impossibilità di investire sull’attuale impianto, il Napoli apre la strada a un nuovo capitolo infrastrutturale: un proprio stadio, costruito ex novo, senza costi per la collettività e inserito in un’ottica di rigenerazione urbana.
Il club ha infatti già individuato un’area urbana definita “degradata”, dove sorgerà il futuro impianto. L’obiettivo dichiarato è duplice:
Dotare Napoli di uno stadio moderno, all’altezza delle sfide sportive ed economiche future.
Contribuire concretamente al risanamento urbanistico di una zona della città, puntando su investimenti privati e senza pesare sulle casse pubbliche.
In quest’ottica, l’impianto nascerebbe con criteri di sostenibilità, multifunzionalità e accessibilità, così da candidarsi concretamente ad accogliere le gare di Euro 2032.
Lo scontro con il Comune Il comunicato della SSC Napoli sembra anche una risposta indiretta alle recenti dichiarazioni di esponenti della giunta comunale – tra cui il consigliere Nino Simeone, che ha definito «non degradata» l’area scelta dal club e ribadito l’intenzione dell’amministrazione di puntare sul restyling del Maradona.
L’impressione è che le visioni tra le parti siano ormai inconciliabili: da un lato il Comune vuole difendere un impianto simbolico e pubblico; dall’altro il Napoli punta a un’infrastruttura autonoma, efficiente, privata e orientata al futuro.
Cosa succede ora? Con la cessione imminente di Osimhen che porterà risorse fresche nelle casse del club e la prospettiva di un progetto di stadio ambizioso, De Laurentiis guarda avanti.
Il sogno di un impianto di proprietà, già coltivato in passato senza esito, oggi si concretizza in uno scenario favorevole, anche alla luce degli incentivi legati alla Zona Economica Speciale (ZES) e alla necessità di rinnovare il sistema impiantistico italiano in vista di Euro 2032.
Per ora non ci sono tempi certi, ma il messaggio è chiaro: il Napoli non intende più investire sul Maradona. E lo fa con una direzione netta, destinata a cambiare il volto del calcio partenopeo.
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