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Andrea Agostinelli·24 ottobre 2018

Napoli: quella notte in cui Cavani segnò un poker e divenne un mostro

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No. Quella con il Napoli non può essere una partita normale per Edinson Cavani.

104 gol in 138 partite non possono essere dimenticati facilmente.


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Il tempo ha affievolito il ricordo dei tifosi ma l’amore verso El Matador quello no, quello non è mai svanito.

Quest’estate, infatti, è bastato solo associare il suo nome alla squadra di Carlo Ancelotti che la follia generale legata a un suo possibile ritorno al San Paolo ha dilagato per tutta la città.

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Con la maglia del Napoli, Cavani ha vinto una Coppa Italia e ha collezionato una serie impressionante di partite straordinarie.

C’è la tripletta con la Juventus. Il gol contro Lecce al 95′. Il gol in casa del Manchester City. E poi c’è il poker in Europa League contro il Dnipro.

Quattro reti, una più bella dell’altra, che quella sera gli valsero il soprannome di ‘Mostro’, come Riccardi Trevisani urlò in telecronaca dopo la sua ultima rete.

In quell’istante Cavani si rivelò per quello che ancora oggi è riconosciuto da tifosi e addetti ai lavori: un giocatore fortissimo, un centravanti di razza, uno dei migliori 10 attaccanti attualmente al Mondo.