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·8 maggio 2025

Napoli, la redenzione di Raspadori: da quasi partente a uomo dai gol pesanti

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La stagione del Napoli ha trovato diverse insidie fin dall’inizio, con una rosa rinforzata in estate, ma indebolita in inverno, nel corso mercato di riparazione che ha visto partire un giocatore come Kvaratskhelia senza che arrivasse un sostituto degno del suo nome: finite le opzioni, Manna ha dovuto virare su un’operazione più che low cost, che fa il nome di Noah Okafor dal Milan, mai entrato veramente in condizione e al quale Conte preferisce Leonardo Spinazzola adattato come ala sinistra.

Napoli, la redenzione di Raspadori: da quasi partente a uomo dai gol pesanti

L’allenatore del Napoli ha deciso fin da subito su quali giocatori puntare e quali invece “abbandonare a loro stessi”, come ad esempio Ngonge, Simeone o lo stesso Okafor citato poc’anzi. Tuttavia, nella negatività di una programmazione sportiva fatta non proprio con i fiocchi, il bravo mister leccese è riuscito a far emergere il talento, a tutti già conosciuto, di Giacomo Raspadori che, nella difficoltà riscontrata dal Napoli sull’esterno sinistro – oltre la forma fisica di Okafor, i continui infortuni di David Neres non aiutano – sta riuscendo ad esprimersi in maniera ottima in un modulo che lo vede più vicino alla punta centrale e quindi in un sistema di gioco più consono alle sue caratteristiche-


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Nel mercato invernale era vicino alla partenza, visto che è stato cercato da squadre come Roma, Juventus, Ipswich, West Ham e, soprattutto, l’Atalanta di Gasperini che più di tutte ha cercato Raspadori. Da quel momento in poi, con il 3-5-2 di Conte, che sembra essere più un 4-3-3 “storto” vista la posizione di McTominay, l’ex Sassuolo ha segnato 4 gol decisivi e 1 assist, quello di Monza per lo stesso scozzese. Adesso ha deciso il match di Lecce con una punizione furba e talentuosa, come lui, che già nell’anno dello scudetto decise match importanti come quello contro lo Spezia o quello, indimenticabile, contro la Juventus, (oltre aver disputato un ottimo girone di Champions League) che consegnò virtualmente il campionato agli Azzurri, in quella notte in cui tutti i giocatori vennero accolti come re al loro ritorno in città, mentre in quello stesso pullman ad esultare stava nascendo un piccolo principe, pronto a decidere ancora una volta le sorti del campionato.

Mario Di Domenico

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