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·7 settembre 2024
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Finora in pieno rodaggio e in piena evoluzione tattica – il passaggio da una mediana a tre al centrocampo a due – il binomio ha funzionato a sprazzi, a tratti: (molto) maluccio a Verona contro l’Hellas; decisamente meglio con il Bologna; in apnea nel primo tempo al cospetto delle frecce del Parma, e poi in crescendo nella ripresa. Lo riporta il Corriere dello sport
Con il gol del 2-1 decisivo firmato di testa da Frank, con un volo alla Osimhen su assist disegnato con il pennello da Neres: una liberazione, per Anguissa; di certo l’uomo della vecchia coppia ad aver sofferto di più sin dalla stagione precedente. A tal punto da pensare di cambiare aria, destinazione Arabia Saudita, almeno fino a quando Conte non è arrivato e ha mandato all’aria ogni progetto di trasloco: blindato. Stop.
Il reintegro di Folorunsho Il mercato, comunque, ha raccontato il tenore dei progetti del nuovo Napoli: è vero che ci sono soltanto il campionato e la Coppa Italia, ma questo non significa che la rosa non debba essere super competitiva, completa, fatta di coppie di enorme livello e volendo anche di un quinto uomo da rilanciare: Michael Folorunsho, certo, reduce dall’Europeo con l’Italia di Spalletti ma anche da un’estate tormentata, passata attraverso la cessione (fantasma) all’Atalanta e un periodo ai margini del gruppo, trascorso ad allenarsi con gli uomini in lista mercato. Fino al reintegro in rosa in pianta stabile: cosa accaduta prima formalmente, con l’elenco consegnato in Lega alla chiusura di piazza affari del calcio, e poi anche sostanzialmente, con la decisione di Conte.
La concorrenza di Gilmour e McTominay Folo, Lobotka, Anguissa: e sono tre. Più due, oh yeah: Gilmour e McTominay. Il primo più vicino a Lobotka, fisicamente e per consegne tattiche; l’altro, invece, come Folo da considerare più nella categoria degli alter ego di Frank. Sarà una bella lotta, altro che storie: concorrenza di livello altissimo, bisognerà davvero fare gli straordinari per imporsi sugli altri. Conte ha l’opportunità di scegliere, mischiare, comporre e scomporre a seconda delle condizioni e delle esigenze tecnico-tattiche. E d’accordo, i due scozzesi sono ancora tutti da scoprire, ma l’impressione è che per tempra, personalità e gamba non siano secondi a nessuno.
Napoli, l’ipotesi di una mediana a tre Nella nuova mediana a due, tra l’altro, servono proprio gamba, ritmo, corsa, intensità, quantità: finora le distanze non sono sembrate sempre corrette e anzi, soprattutto nel primo tempo contro il Parma, Anguissa e Lobotka sono stati troppo spesso frullati da Sohm e Bernabé. Certo, non è sistematicamente una questione di singoli e anzi è pressoché sempre di sistema, di fase difensiva di squadra, ma è ovvio che urge qualche correttivo. Conte lo sa perfettamente, sta lavorando e avrebbe voluto già farlo da tempo con i nuovi, però non è stato possibile. Pazienza, meglio guardare al futuro.
Un prossimo futuro che, come ha detto il signor Antonio in persona, potrebbe anche prevedere mutazioni genetiche, magari saltuarie o magari chissà: in un solo concetto, un centrocampo a tre, più folto e con la linea difensiva a quattro. Il Napoli, per il momento, ha lavorato a un’identità ben precisa, con il 3-4-2-1, e così marcerà fino a nuovo ordine. Almeno fino a quando il tecnico non avrà avuto il tempo di testare, sperimentare, mixare, osservare tutti al microscopio. Dal vivo e al completo. Ci siamo quasi: qualche giorno e poi sarà il sold out.
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