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Alessandro Tessari·3 dicembre 2022
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Alessandro Tessari·3 dicembre 2022
Ancora lui. Ancora Julián Álvarez.
Alla vigilia di questo Mondiale la spalla perfetta per Leo Messi doveva essere Lautaro Martinez. Partita dopo partita, complici le prove opache del Toro, Álvarez si è ritagliato il suo spazio guadagnandosi – meritatamente – un posto da titolare.
La sua campagna in Qatar era iniziata da gregario, come del resto lo è al Manchester City. Uno spezzone di partita con l’Arabia Saudita, un altro con il Messico, poi arriva la maglia da titolare contro la Polonia e il primo gol iridato, fondamentale per la qualificazione alla fase eliminatoria.
Contro i Socceroos Scaloni lo rischiera dal 1′, e Álvarez risponde di nuovo presente, siglando un gol da attaccante vero. Vigile, si è fatto trovare pronto sull’errore di Ryan sfilandogli il pallone e calciando con rapidità. Altra rete decisiva: stavolta, però, vale i quarti di finale!
Due partenze dal primo minuto, due gol. Così diventa il sesto giocatore a segnare nelle prime due gare da titolare in una Coppa del Mondo con la Seleccion. L’ultimo a riuscirci era stato un mostro sacro come Hernan Crespo, a Germania 2006.
Una statistica che corona le prestazioni dell’attaccante Citizens, che dimostra, ancora una volta, di essere pronto per questi palcoscenici, convincendo tutti e di fatto rilegando in panchina un attaccante del livello di Lautaro Martinez.
Incredibile pensare che il classe 2000, originario di Calchin, fatichi a trovare spazio con il suo club dove segna, tra l’altro, un gol ogni 127 minuti. Ciò può essere spiegato solo dal calibro della concorrenza, che corrisponde al nome di un mostro: Erling Haaland.
In ogni altra squadra sarebbe un titolare imprescindibile, così come lo è diventato, a suon di gol, nell’Argentina di Lionel Scaloni.