Mourinho: “Questa è la nostra Champions. Abbiamo il dovere di provare a vincere la Conference” | OneFootball

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·25 maggio 2022

Mourinho: “Questa è la nostra Champions. Abbiamo il dovere di provare a vincere la Conference”

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José Mourinho a poche ore dalla finale di Conference League ha parlato ai microfoni di BT Sport.

Sono passati decenni dall’ultima qualificazione della Roma ad una finale europea. Cosa ti ha portato a scegliere un club così? Avresti potuto rilassarti…


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“Per me il relax è il lavoro. Mi conosci e sai che senza calcio, senza i giocatori, senza le partite non sono me stesso. Ne ho bisogno. La proprietà mi ha parlato in modo molto chiaro. Ovviamente si tratta di un progetto diverso da quelli a cui ero abituato: di solito arrivo per vincere, qui l’obiettivo era arrivare e costruire con il tempo. La parola ‘tempo’ per me è qualcosa di praticamente nuovo, perché non mi è mai stato dato. Dovevo arrivare e vincere, se non vincevo ero fuori, anche se vincevo due titoli consecutivi e al terzo anno non lo facevo dovevo andarmene. Il concetto di ‘tempo’ è qualcosa che mi ha colpito. Ovviamente ci sono momenti con un po’ di frustrazione perché non vuoi giocare per il quinto o il sesto posto, ma voglio credere che il contratto di 3 anni serva esattamente a questo. Per uno sviluppo, quindi spero che l’anno prossimo saremo nelle condizioni di far meglio. Questa competizione europea è nuova. Non possiamo nasconderci, è la terza competizione europea. Ma non è la terza in termini di qualità, non vedo differenze con l’Europa League, specialmente nella fase ad eliminazione diretta. Questa però è la nostra Champions League. Questo è il nostro livello, non possiamo vincere la Champions League, nemmeno la giocheremo il prossimo anno. Ma dopo 14 partite in Conference essere qui per l’ultima ci impone di provarci”.

La differenza del progetto rispetto a quelli a cui sei abituato cambia il tuo approccio alla conduzione della squadra?

“Sì, saresti sorpreso del modo in cui lavoro qui. Ovviamente mi conosci dal livello di intensità e richieste che ho sempre avuto. Ora è diverso. Gli errori dei giocatori, la loro evoluzione, i giovani, le aspettative… Per me è difficile accettare l’errore, ma qui sto imparando a cambiare il mio profilo e onestamente mi piace. E’ un modo diverso di lavorare, di empatizzare anche con i tifosi. Credo di aver fatto un buon lavoro in questo senso, nello spiegare loro la nostra direzione settimana dopo settimana. In questo momento i tifosi già parlano di mercato. Calma! Non siamo la Juve, il Milan… Non spenderemo cifre folli. Bisogna anche lavorare per far capire alla gente dove vuole arrivare la proprietà, ed è bello”.

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