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·25 novembre 2022
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La nazionale di Queiroz la spunta nel recupero e conquista i primi tre punti del Mondiale. Moore va subito vicino al vantaggio per il Galles, dall’altra parte Azmoun si rende pericoloso prima dell’intervallo e poi prende un palo a inizio ripresa, seguito da un altro legno colpito da Gholizadeh. Nel finale espulso il portiere Hennessey, al 98′ l’Iran segna grazie a Cheshmi e poi la chiude Rezaeian a tempo scaduto.
La pelota no se mancha, il riferimento a Diego, nel giorno della sua dipartita, non può che risultare calzante. Che i due gol siano arrivati soltanto al 54’ e al 56’ del secondo tempo, con il Galles in dieci per l’espulsione del portiere, non cambia. L’Iran strameritava di vincere. Ha vinto “solo” il calcio. Per la politica, si vedrà. L’Iran non ha ripetuto la clamorosa protesta della prima giornata del mondiale e contro il Galles tutti i suoi giocatori hanno cantato o almeno mormorato l’inno nazionale. Le immagini li hanno mostrati in primo piano tutti con la bocca semi-aperta mentre sulle tribune i loro tifosi si dividevano tra quelli che hanno cantato e applaudito le parole inneggianti alla “duratura, continua ed eterna Repubblica Islamica dell’Iran” e quelli che hanno contestato con buuu e fischi la retromarcia dei calciatori, forse frutto anche delle pressioni del regime. Ma sul campo, il giudizio è netto: con i tanti cambi nella ripresa, il team di Queiroz corre e gioca. Il Galles resta in dieci quando il portiere Hennessy fa un’uscita assassina a centrocampo su Taremi e viene espulso. L’Iran affonda con Chesmi e Rezaeian e per un giorno dimentica la vita “fuori”.
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