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·11 dicembre 2024

Mondiali 2034, la FIFA mette in guardia l’Arabia sul rispetto dei diritti umani

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La FIFA ha assegnato ufficialmente l’organizzazione dei Mondiali 2034 all’Arabia Saudita. L’ufficialità è arrivata per acclamazione, dopo che nei giorni scorsi l’organo di governo del calcio mondiale aveva pubblicato un report sulla candidatura del Paese. Tra i vari aspetti su cui si è concentrato il documento, c’è anche quello del rispetto dei diritti umani.

Un tema molto delicato, già affrontato in occasione dei Mondiali del 2022 in Qatar, e sul quale diverse ONG stanno facendo sentire la propria voce. Tra queste anche Amnesty International, che si espose contro i sauditi già in occasione dell’acquisto del Newcastle United da parte del Public Investment Fund.


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Il documento “Overview of Hosting Requirements” sottolinea che «la FIFA prenderà in considerazione non solo l’aderenza di una candidatura ai requisiti fondamentali, ma anche il suo impegno a promuovere un cambiamento ambientale e sociale positivo a medio e lungo termine, comprendendo che non tutti gli aspetti possono essere applicati o esaminati in modo standardizzato, ma dipendono anche dal contesto prevalente del/dei paese/i ospitante/i». Ed è proprio con questa logica che è stata valutata la candidatura del Paese.

La FIFA ha spiegato che nel documento di candidatura, l’Arabia si è impegnata a rispettare i diritti umani e del lavoro internazionali durante l’intero ciclo di vita della competizione. A tale scopo, l’obiettivo è consolidare la trasformazione in corso dell’Arabia Saudita nell’ambito di Vision 2030, per gestire i rischi, massimizzare gli impatti sociali positivi del torneo e integrare i diritti umani in tutte le operazioni connesse al torneo.

A sostegno di questo impegno, e in linea con i requisiti, i sauditi hanno presentato una serie di valutazioni, impegni e strategie relativi ai diritti umani. Questo include una Valutazione Indipendente del Contesto dei Diritti Umani condotta da AS&H Clifford Chance. E’ stata inoltre presentata una Strategia per i Diritti Umani, che tiene conto delle conclusioni della Valutazione del Contesto e si impegna a una serie di misure per affrontare gli impatti sui diritti umani associati al torneo.

L’Arabia ha anche presentato impegni da parte del Paese ospitante e di tutte le città ospitanti. Questi includono l’impegno del governo a rispettare, proteggere e realizzare i diritti umani riconosciuti a livello internazionale in relazione alla competizione, comprese aree come sicurezza e protezione, diritti del lavoro (in particolare diritti fondamentali e diritti dei lavoratori migranti), diritti dei bambini, uguaglianza di genere e non discriminazione, oltre alla libertà di espressione (inclusa la libertà di stampa).

In relazione ai diritti dei lavoratori, la Valutazione del Contesto riconosce i progressi nelle tutele legali sul lavoro in Arabia Saudita negli ultimi anni. Sottolinea le aree in cui sono necessarie ulteriori riforme legali e fa riferimento alla necessità di un’applicazione efficace delle leggi, senza la quale il rischio di condizioni lavorative indecorose potrebbe aumentare.

Nella “Strategia per i Diritti Umani” della candidatura, il candidato si impegna a garantire salari equi e condizioni di lavoro e di vita dignitose per tutti gli individui coinvolti nella preparazione e nello svolgimento della Coppa del Mondo, anche attraverso l’istituzione di un sistema di tutela dei lavoratori per monitorare il rispetto degli standard sui diritti dei lavoratori per le attività legate al torneo. La Strategia per i Diritti Umani include anche impegni per la continua riforma del lavoro a livello nazionale. A tal proposito, il governo ospitante si è impegnato a collaborare con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per mantenere gli standard internazionali sul lavoro in tutte le attività legate alla competizione e a considerare favorevolmente una collaborazione in questo ambito.

A tal proposito, la FIFA ha sottolineato che sono stati richiesti chiarimenti sulla collaborazione esistente e sui piani futuri con l’ILO. L’Arabia ha confermato l’esistenza di un programma di cooperazione in corso e che quest’anno si sono tenuti incontri e visite riguardo a una maggiore cooperazione per garantire un ambiente di lavoro dignitoso nel contesto dell’ospitalità della competizione.

La protezione effettiva dei lavoratori legati al torneo dipenderà dall’attuazione tempestiva dell’agenda di riforme in corso, nonché dall’istituzione di sistemi solidi di tutela dei lavoratori per proteggere coloro coinvolti nelle infrastrutture del torneo. L’implementazione di questi impegni – si legge nella valutazione della FIFA – potrebbe anche contribuire alle riforme del lavoro in corso, con benefici per i lavoratori ben oltre le attività legate al torneo.

Tra i punti più delicati c’è sicuramente quello su diversità e discriminazione. Sono state indicate diverse leggi e regolamenti in Arabia Saudita che promuovono la diversità e includono elementi per combattere la discriminazione. Tuttavia, la FIFA ha rilevato lacune e riserve nell’applicazione degli standard internazionali, in particolare dove questi sono percepiti come in conflitto con la legge islamica.

Passi avanti sono richiesti anche sul fronte dell’accessibilità, in particolare in ambiti come il linguaggio dei segni, siti web accessibili, meccanismi di reclamo e processi di applicazione delle leggi. L’attenzione sarà rivolta anche alla tutela dei minori e alla sicurezza, oltre che alla libertà di espressione, con l’elaborazione di un quadro per coinvolgere la società civile e garantire un ambiente inclusivo per i media.

Sulla base di tutte queste indicazioni, la FIFA ha sottolineato che «l’attuazione delle misure proposte richiederà uno sforzo significativo, ma la candidatura rappresenta un’opportunità per promuovere impatti positivi sui diritti umani in Arabia Saudita e nella regione».

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