Mondiale per Club, la Top Five del grandi momenti del Fluminense. Magia, carattere e un eroe dalla panchina: la ricetta dei brasiliani per sognare | OneFootball

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·5 luglio 2025

Mondiale per Club, la Top Five del grandi momenti del Fluminense. Magia, carattere e un eroe dalla panchina: la ricetta dei brasiliani per sognare

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La Top Five dei migliori momenti del Fluminense al Mondiale per Club dopo aver raggiunto la semifinale della competizione

Il cammino che ha portato il Fluminense fino alle semifinali del Mondiale per Club non è stata una marcia trionfale e scontata, ma un racconto fatto di capitoli diversi, un’opera calcistica che ha alternato prestazioni di dominio territoriale a lampi di genio dei singoli, sofferenza e carattere. La squadra di Rio de Janeiro si è presentata al mondo con la sua identità precisa, fatta di palleggio e organizzazione, ma per superare gli ostacoli ha dovuto aggrapparsi a momenti specifici, a giocate che hanno spezzato l’equilibrio e infiammato il cuore dei suoi tifosi. Sono cinque le istantanee che, più di altre, hanno definito la strada del Tricolor: cinque exploit che raccontano la storia di una squadra che ora sogna, a ragione, di arrivare fino in fondo.

  • Il debutto contro il Dortmund: un dominio senza gol che vale oro La prima partita contro il Borussia Dortmund si chiude con un pareggio per 0-0 che, a leggerlo, sembra banale. In realtà, è il manifesto programmatico del Fluminense. Per novanta minuti i brasiliani dominano il gioco, controllano il possesso e creano occasioni in serie, costringendo un portiere del calibro di Kobel a una prestazione da migliore in campo. Nonostante il rammarico per la vittoria mancata, quel match ha dimostrato al mondo che il Fluminense non era lì per fare la comparsa, ma per imporre la propria filosofia di gioco contro un colosso europeo, gettando le basi di autostima e consapevolezza che si riveleranno fondamentali.
  • La punizione di Arias: il primo sigillo che sblocca la squadra Contro i coreani dell’Ulsan, in una partita che si stava complicando, è servita la magia di un singolo per rompere il ghiaccio. Dopo un avvio difficile, con la squadra sotto per 1-2, Jhon Arias si è preso la responsabilità di un calcio di punizione dal limite. La sua esecuzione è stata un capolavoro di balistica: un tiro a giro perfetto che ha superato la barriera e si è infilato in rete, dando il via alla rimonta. Quel gol non è stato solo il primo del Fluminense nel torneo, ma ha rappresentato la scintilla che ha riacceso le certezze della squadra, dimostrando di poter contare anche su giocate individuali di altissimo livello per risolvere le partite più intricate.
  • Il gol lampo di Cano all’Inter: l’incubo per i nerazzurri Agli ottavi di finale, contro l’Inter, il Fluminense ha mostrato un altro lato del suo carattere: la capacità di colpire a freddo. Dopo appena due minuti, sfruttando un’indecisione della difesa nerazzurra, Germán Cano ha segnato di testa il gol che ha immediatamente indirizzato la partita. Quella rete non è stata solo un episodio, ma una dichiarazione di intenti: ha trasmesso sicurezza ai brasiliani e ha instillato un’ansia paralizzante nell’Inter, costretta a inseguire per tutta la gara. Un gol da predatore d’area che ha dimostrato la letalità di una squadra capace di punire al primo errore.
  • L’uomo della provvidenza: la doppia sentenza di Hércules Se c’è un protagonista che incarna lo spirito di questo Fluminense, quello è Hércules. Contro l’Inter, è suo il gol del definitivo 2-0 che chiude la partita nel recupero. Contro l’Al-Hilal, entra dalla panchina e segna ancora una volta il gol decisivo del 2-1. È diventato l’arma segreta, il “dodicesimo uomo” che con i suoi inserimenti e la sua freddezza ha deciso due partite consecutive a eliminazione diretta. Il suo impatto devastante dalla panchina è il simbolo di una rosa profonda e di un allenatore capace di leggere i momenti della partita.
  • La perla di Martinelli: quando la classe rompe l’equilibrio Nei quarti di finale contro l’Al-Hilal, in una partita tesa e bloccata, a sbloccare il risultato è stata una giocata di pura classe individuale. Al 40′, su un pallone vagante al limite dell’area, Martinelli ha eseguito uno stop orientato perfetto, si è creato lo spazio per il tiro e ha scagliato un sinistro a giro che si è spento sotto l’incrocio dei pali. Un gol tecnicamente meraviglioso, nato da un errore avversario ma trasformato in oro da un talento cristallino. È stato il momento che ha dimostrato che, anche quando il gioco collettivo fatica, il Fluminense ha i campioni in grado di inventare la giocata dal nulla. Peccato che il centrocampista non ci sarà contro il Chelsea, impedito da un giallo che poteva evitare
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