Calcionews24
·2 marzo 2025
Mohamed Kallon: «Ho trascorso 30 anni in giro, sono tornato in Sierra Leone per fare il CT. É stata dura, ma non mi sono fermato mai. All’Italia devo tanto…»

In partnership with
Yahoo sportsCalcionews24
·2 marzo 2025
Ricordate Mohamed Kallon? In Italia ha giocato in 6 squadre e oggi è Commissario Tecnico della sua suadra. A La Gazzetta dello Sport ha raccontato la sua vita di ieri e di oggi.
CT DELLA SIERRA LEONE – «Sì, e dall’orgoglio del rispondere alla chiamata del mio Paese. È arrivato il momento di restituire qualcosa, una spinta che avevo dentro da un po’ e che ora ho lasciato venir fuori. Sono andato via dalla Sierra Leone nel 1994 quando avevo 15 anni, ci sono tornato stabilmente 30 anni dopo. Trent’anni spesi tra Europa e Usa, gli ultimi 7 a Houston, Texas, dove sono nati i miei figli e dove ho allenato i ragazzi della squadra locale».
IL LEGAME COL PAESE – «Eccome. Nel 2002 ho comprato un club, il Sierra Fisheries, e gli ho dato il mio nome. L’ho sempre seguito da lontano, da quando sono tornato faccio di tutto: proprietario e allenatore. Ora che mi ha chiamato la federazione manterrò i due ruoli in panchina, col club e la nazionale».
COME VA IN CAMPIONATO – «Bene, dopo 10 giornate siamo secondi a 3 punti dalla prima».
HA LASCIATO IL SUO PAESE A 15 ANNI – «Un’avventura! Oggi è diverso, per i ragazzi africani ci sono molte più opportunità anche se il cammino resta tortuoso e pieno di insidie. Io ho avuto determinazione e fortuna: un’agenzia mi ha portato in Libano, mi sono messo in luce e da lì sono andato in Svezia. È stata dura, ma non mi sono fermato di fronte alle difficoltà. Dalla Svezia dovevo andare in Germania. Il mio agente mi ha portato in Italia e sono finito all’Inter».
L’ITALIA – «La mia seconda patria. Da voi sono cresciuto come calciatore, come uomo. A livello calcistico all’Italia devo tutto, e per questo ho fatto tutti i corsi da allenatore a Coverciano e non smetterò mai di ringraziare Renzo Ulivieri, un professore eccezionale. L’Italia mi ha insegnato tutto, sul calcio. Se sono un allenatore, è grazie al tempo passato in Italia».
GLI ALLENATORI PIU’ IMPORTANTI – «Colomba, Cuper, Zaccheroni, Deschamps. Grandi maestri. Ma non si finisce mai di apprendere».