Calcio Femminile Italiano
·21 maggio 2025
Milan, una stagione in crescendo. Si può sognare?

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·21 maggio 2025
Progressione. Se si dovesse trovare una parola per descrivere la stagione del Milan sarebbe questa. Una corsa iniziata con una squadra contratta che ha saputo poi migliorare e autoconvincersi della propria forza.
Nell’estate 2024 il Diavolo decide di ripartire da Suzanne Bakker, allenatrice che tanto aveva fatto bene in terra olandese con l’Ajax, con 1 Campionato e una Coppa dei Paesi Bassi conquistati in 2 anni. Per quanto riguarda la rosa, si punta soprattutto sulle giovani provenienti dalla Primavera, affiancate da alcuni tasselli di esperienza, imprescindibili per la crescita della squadra. L’obiettivo minimo è sfuggire alla Poule Retrocessione che aveva spaventato i tifosi rossoneri la stagione precedente, tradotto: serve la Poule Scudetto. Il Milan sembra però partire contratto: sconfitte, pareggi, vittorie poco convincenti e mugugni dei tifosi anche per quanto riguarda delle scelte della nuova allenatrice, come la continua titolarità di Nadia Nadim (quasi mai decisiva) con conseguente dirottamento a mezzala della giovane Evelyn Ijeh, che comunque già dimostra la sua centralità nelle meneghine. Il punto più basso della stagione è tra novembre e dicembre: 2 vittorie, contro Sassuolo e Freedom in Coppa Italia, e poi il vuoto con 3 sconfitte e 2 pareggi che sembrano essere, ancora una volta, l’anticipazione della condanna alla Poule Retrocessione. Certo, in questo periodo bisogna comunque cerchiare una data ed è quella dell’8 dicembre 2024, giorno in cui viene giocato per la prima volta in assoluto il Derby di Milano femminile a San Siro. La partita termina 1-1, le rossonere sono arrembanti e la rete del pareggio è firmato da Nadim (è l’unica gioia milanista dell’ex PSG e Manchester City in un anno e mezzo). La vera svolta avviene a gennaio, dopo la sosta: Bakker stravolge e decide di panchinare la grande esperienza della numero 9 svedese classe 1988, che partirà poi direzione Hammarby, per premiare la sfrontatezza di Ijeh. Il Milan rimonta i 4 punti sul Como e si regala un’ultima giornata al cardiopalma in cui servono necessariamente i 3 punti e uno scivolone del Como contro il Napoli. Le rossonere perdono clamorosamente 0-6 contro la Juventus ma le lariane cadono 4-2 in una partita a montagne russe e dicono addio ai sogni di gloria. Poule Scudetto sia. L’11 titolare del Milan diventa una sorta di filastrocca: 4-3-3 con Giuliani; Koivisto, Piga, Sorelli, Vigilucci; Cernoia, Mascarello, Arrigoni; Renzotti, Ijeh, Dompig. Queste ragazze regalano un finale di stagione ai propri tifosi da grande squadra dato che si conclude l’anno con 2 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte; certo, l’obiettivo Champions League era impossibile da raggiungere ma le rossonere hanno nettamente aumentato il loro status e, probabilmente, si ripresenteranno ai blocchi di partenza con obiettivi ben più sostanziosi.
Tanti meriti vanno all’allenatrice Bakker che ha saputo, con il duro lavoro, plasmare un gioco propositivo, senza mai speculare con le avversarie. L’atteggiamento del Diavolo è sempre stato quello della squadra che ha voglia di controllare il gioco, anche contro formazioni più preparate, senza aver paura di scoprirsi dietro. Poi ci sono le giocatrici: si potrebbero citare tutte, dall’esperienza di Giuliani e Cernoia alla corsa di Koivisto e Vigilucci, dalla regia di Mascarello all’imprevedibilità di Dompig e alla prima impostazione di Piga, senza dimenticare coloro che solitamente partivano dalla panchina, come Karczewska che è risultata più volte decisiva. Decisamente importante è stato, inoltre, il blocco di giovani italiane su cui il Milan ha avuto il coraggio di puntare: Soffia che si alternava a Vigilucci, Sorelli che si è presa il posto da titolare di fianco a Piga, Renzotti che è diventata l’ala destra titolare con un grande spunto nell’1 contro 1 e tanto sacrificio e, soprattutto, Arrigoni che è stata il motore e l’anima del centrocampo milanista, capace di “fare la legna” e di strappare in ripartenza, oltre alla grande capacità di essere decisiva in fase offensiva con 6 gol e 2 assist al termine della stagione; non a caso è stata premiata come miglior giocatrice under 23 dell’anno. La vera star di questa rosa è stata, per distacco, Ijeh che, inizialmente schierata da mezzala, ha collezionato reti e prestazioni enormi fin dall’inizio, anche quando il Diavolo faticava. La svolta di gennaio l’ha portata ad essere schierata al centro dell’attacco dove ha sprigionato tutta la sua forza fisica e prepotenza che l’hanno portata ad essere l’ultima trascinatrice delle meneghine e a concludere l’annata con 12 gol e 6 assist: miglior marcatrice straniera in un unico anno nella storia del Milan, come Natasha Dowie.
La società può essere dunque soddisfatta del lavoro che è stato fatto da Bakker e dalle ragazze. Prestazioni e risultati in crescita con una ciliegina sulla torta: il ritorno in campo del Capitano Christy Grimshaw. Ora la pausa, poi la preparazione verso la nuova stagione: il bello deve ancora venire.