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·11 maggio 2023

Milan, l’ad Furlani: «Il progetto per il nuovo San Siro non è morto»

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“L’altro giorno un collega mi ha inviato una presentazione del 2018. Diceva che nel 2022 avremmo giocato in un nuovo stadio. Era ambizioso, ma per il 2023 pensavamo di esserci e non ho visto nemmeno un mattone. è una cosa pazzesca. Ti guardi indietro e pensi: ‘Quattro anni!’. È un tempo lunghissimo. Questo è un problema tutto italiano”. Lo ha detto l’ad del Milan Giorgio Furlani, in una intervista a The Athletic.

“In Spagna costruiscono stadi. In Francia costruiscono stadi. In Portogallo costruiscono stadi. In Turchia costruiscono stadi. L’Italia deve cercare di capire come fare per realizzare gli stadi. C’è una legge sugli stadi. Il senso è che se sei bloccato, c’è un modo per accelerare e tagliare le lungaggini burocrazia, ma non funziona. Ci sono diversi gruppi proprietari disposti a investire denaro. Di solito si tratta di gruppi proprietari stranieri, quindi di capitali esteri. È denaro che entra nel Paese per lo sviluppo, le infrastrutture, la creazione di posti di lavoro, il PIL, il branding – e di fatto il sistema dice: ‘Non vogliamo i vostri soldi’. Nuovo stadio? Si stanno valutando tutte le opzioni, compreso il vecchio San Siro, che è un progetto aperto. Non è morto”.


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“La gente dice che svolgere la funzione di amministratore delegato del club per cui si tifa dev’essere il lavoro dei sogni. Io ho sempre detto: ‘Guarda che il lavoro dei sogni era quello di attaccante’. È molto speciale e un po’ difficile da descrivere. È un onore e una responsabilità. Storicamente il calcio è un’industria di decisioni emotive, guidate dall’istinto. ‘Cosa dicono i media? Cosa vogliono i tifosi?ì. I club tendono a seguire l’istinto e poi a razionalizzarlo a ritroso, creando una logica per esso quando la logica non c’è”.

“Elliott ha fatto quello che gli riesce meglio, cioè la fase di turnaround. RedBird è un investitore seriale nei media, nello sport e nell’intrattenimento. La convergenza di questi tre aspetti può portare il club a un livello superiore”.

“I diritti tv della Premier League sono tre volte superiori a quelli della Serie A. Il Milan viene superato dalle offerte di Bournemouth, Leeds, Brighton e Brentford oltre che da Manchester City e Manchester United. Questa è la realtà e il potere economico è in gran parte alimentato dai diritti tv. Pirateria? E un problema enorme in Italia. Non è l’unica cosa, l’altra questione è quella degli stadi”.

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