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Mario De Zanet·23 novembre 2020
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Mario De Zanet·23 novembre 2020
Post lockdown, il primo lockdown.
Il calcio è cambiato, e anche i valori in campo, perché si sono ribaltate le gerarchie del nostro campionato.
È utile fermarsi un secondo ad osservare quanto avvenuto dopo la pausa per l’emergenza coronavirus.
Non è certo un’impresa conoscere chi si colloca al vertice della classifica complessiva da giugno a oggi, calcolando la fine della passata stagione e l’inizio di quella corrente.
Il Milan.
I rossoneri sono una macchina da guerra, che sembrano intangibili. Si diceva che lo scatto rossonero fosse dovuto ad una serie di variabili eccezionali che favorissero Ibra e compagni, ma la nuova Serie A non ha fatto altro che confermare quanto avvenuto pochi mesi fa.
Lo stesso discorso vale per il Sassuolo di De Zerbi: esploderanno presto, si diceva. Invece sono ancora a macinare calcio e punti.
L’altro caso particolare è la Roma di Fonseca, che raggiunge una solidità mai vista negli ultimi anni: i giallorossi mai hanno saputo offrire un’impronta tanto significativa. Un’identità, finalmente.
E rallentano invece le candidate principali. La Juventus, la Lazio e il Napoli, simbolo di un riassestamento dei valori interni al campionato che, dovesse proseguire, potrebbe davvero regalarci una Serie A realmente combattuta sino al termine.