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Francesco Porzio·19 febbraio 2018
Milan, il crac cinese di Li: "Patrimonio all'asta su Taobao"

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Francesco Porzio·19 febbraio 2018
Continuano i dubbi sul Milan versione cinese di Yonghong Li. Questa volta le rivelazioni fatte da Milena Gabanelli, sul Corriere della Sera, sono veramente sconcertanti e fanno riflettere sulla proprietà del club di Aldo Rossi.
Partiamo dai fatti: da dove arrivano i soldi per l’acquisto del Milan? Dei 740 milioni di euro spesi dalla nuova proprietà (mercato da 200 milioni escluso) 340 provengono da fondi offshore, 300 milioni sono quelli del prestito di Elliott, mentre 100 milioni provengono dal patrimonio personale di Yonghong Li.
I protagonisti di questa storia sono Li, il tribunale di Futian e due banche creditrici: la Banca di Jiangsu e quella di Canton. Il proprietario del Milan ha esplicitamente dichiarato di avere il 35% delle quote di un palazzo a Canton, delle miniere di fosfato (anche se non ci sono prove) e una holding con dentro una partecipazione del 11.3% nella società Zhuhai Zhongfu (in pegno alla Banca di Jiangsu), quotata alla borsa di Shenzhen.
Nel maggio 2016 Jiangsu fa causa alla holding di Li per i debiti non pagati, ed il 7 febbraio 2017 il tribunale mette all’asta la quota del proprietario del Milan suo sito Taobao (l’ebay cinese) per saldare questi debiti. Il 20 febbraio Li fa ricorso, che gli viene respinto a maggio. Vi siete persi qualcosa? Eh sì, perchè nel frattempo il “magnate” cinese comprava il Milan il 13 aprile, giocando il primo derby cinese contro i rivali dell’Inter, da poco acquisiti da Zhang Jindong, numero uno di Suning.
Il Milan si iscrive regolarmente al campionato ed inizia così una campagna acquisti davvero incredibile, con numeri da capogiro. A dicembre 2017 il tribunale fissa la data dell’asta e lo scorso gennaio la Banca di Canton chiede la liquidazione della holding (la solita, non ce ne sono altre al momento) per bancarotta. Il tribunale deve così sospendere l’asta su Taobao per l’accavallamento delle due banche (Jiangsu e Canton). Nel frattempo Marco Fassone, intorno a Natale, è alla ricerca di fondi per rifinanziare il debito con Elliott (300 milioni a tassi fino all’11% con scadenza 16 ottobre 2018).
Per riassumere: Li non ha pagato i propri debiti ma è riuscito nell’impresa di comprare uno dei club più importanti nel mondo per un giro d’affari totale di quasi un miliardo. A Milano però è tutto tranquillo, tanto i “soldi sono arrivati, e Li ha rispettato tutti gli impegni”. Oggi però, grazie anche al reportage di Milena Gabanelli, si è scoperto che Li ha “esibito sul tavolo della trattativa le credenziali di una società-cassaforte che era già insolvente da tempo”.
Sempre secondo l’inchiesta del Corriere, i casi sono tre:
– Li è realmente molto ricco, finora ha tenuto nascosto il suo vero tesoro che forse non può far emergere, e non paga i debiti perché è distratto
– Ha fregato tutti ed è un mitomane
– Si è prestato a interpretare la parte in un gioco più grande di lui nel quale i soldi e le garanzie non sono suoi
– L’importante è che il Milan non finisca su Taobao.
Questa storia diventa giorno dopo giorno sempre più intricata e complicata da leggere. Per fortuna che almeno in campo il Milan sembra aver trovato una quadratura grazie all’ottimo lavoro di Gattuso. Il resto ce lo racconterà la storia.