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·19 settembre 2024

Milan, ecco perché Angel Correa non arrivò mai in Italia: la vicenda

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In queste ore Angel Correa, attuale giocatore dell’Atletico Madrid, ha rilasciato delle dichiarazioni che spiegano il motivo per cui, non molte sessioni di calciomercato fa, era vicinissimo a lasciare la Spagna per trasferirsi al Milan. Tuttavia questo passaggio alla fine non si è concretizzato e l’attaccante argentino ci ha tenuto a spiegarne il perché.

Cosa sarebbe potuto diventare il Milan con un Angel Correa in più, questo non lo potremo sapere mai. D’altra parte possiamo invece conoscere le cause che hanno convinto il classe 95′ a rifiutare l’offerta del Milan e quindi rimanere in biancorosso. L’attaccante argentino ha confessato di essere stato molto vicino al trasferimento in rossonero, ma che alla fine ha preferito rimanere in Spagna. Scelta che poi ha pagato dato che l’anno seguente i colchoneros vinsero il campionato spagnolo anche grazie alle prodezze dell’attaccante di Rosario.


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Le parole di Angel Correa in merito al suo mancato trasferimento in Italia

Queste sono state le parole dell’argentino: ”L’ultimo giorno tutto stava per andare in porto e Gil Marín mi chiamò. Non voleva che partissi, mi chiese di non andare e di fargli il favore di restare. Così sono rimasto, per fortuna quell’anno abbiamo vinto il campionato. In quel momento avevo bisogno di cambiare. Si presentò l’opportunità del Milan, che è anche un grande club, e io volevo andare, provare con la mia famiglia, giocare. Ma alla fine non se ne fece nulla: l’Atlético lo sento come casa mia e sono molto felice qui“.

Insomma parole di amore sia nei confronti dell’Atleti, che di apprezzamento per la squadra rossonera. La ”vicenda Correa” all’epoca venne definita come un passo falso della dirigenza rossonera, ma a sentir le parole del diretto interessato si comprende come i dirigerti milanisti avessero fatto tutto il possibile per portare l’attaccante di Rosario a Milano. Ma alla fine l’amore, che perdura tutt’ora, per la maglia biancorossa dei colchoneros era più forte del desiderio di vivere nuove esperienze altrove.

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