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Marco Alessandri·9 febbraio 2024
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Marco Alessandri·9 febbraio 2024
Può un giocatore far nascere una questione di stato se decide di non scendere in campo? Sì, se il suo nome è Lionel Messi.
Nei giorni scorsi, infatti, si è accesa la polemica attorno al Dieci della nazionale argentina, che è rimasto in panchina assieme a Luis Suarez per tutta la durata dell’amichevole dell’Inter Miami contro l’Hong Kong Team, salvo poi giocare tre giorni dopo in Giappone (0-0 con il Vissel Kobe).
Neanche a dirlo, il governo di Hong Kong non ha preso la notizia di buon cuore, chiedendo spiegazioni al club di David Beckham ed esprimendo ufficialmente il proprio disappunto per l’assenza di Messi. Di più, perché Regina Ip, una portavoce del governo, ha addirittura dichiarato che “la gente di Hong Kong odia Messi, l’Inter Miami e la mano nera che li muove“.
Il sospetto lanciato dal quotidiano Global Times, organo di stato cinese, è che dietro alla mancata apparizione del fenomeno di Rosario ci sia una ragione politica, motivo per cui “l’impatto di questo incidente va ben oltre i confini dello sport“.
A rimanere delusi sono stati anche i 40 mila tifosi che avevano riempito le tribune dell’Hong Kong Stadium per vedere uno dei migliori giocatori di sempre e che, invece, sono rimasti a bocca asciutta.
Per il pubblico, almeno, arriva una consolazione. Come dichiarato dall’organizzatore dell’amichevole, il brand di lifestyle Tatler Asia, i tifosi che avevano acquistato il biglietto verranno in parte rimborsati. Si parla del 50%, per uno “scherzetto” che alla compagnia costerà circa 6 milioni di sterline.
Mica poco, per quello che doveva essere l’evento sportivo dell’anno a Hong Kong e che, invece, si è trasformato in un caso politico che rischia di compromettere l’immagine di Leo Messi in gran parte dell’Asia.
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