Maxi Lopez svela il mancato approdo alla Lazio: «Torno a Roma per firmare il contratto e la Lazio scompare. Lotito…» | OneFootball

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·27 agosto 2025

Maxi Lopez svela il mancato approdo alla Lazio: «Torno a Roma per firmare il contratto e la Lazio scompare. Lotito…»

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Maxi Lopez parla del mancato arrivo alla Lazio: «Torno a Roma per firmare il contratto e la Lazio scompare. Lotito…». Le parole

Nel corso di una lunga intervista rilasciata al podcast El After, prodotto dal quotidiano spagnolo Post United, l’ex attaccante argentino Maxi Lopez ha raccontato un curioso retroscena di mercato che lo ha visto protagonista nei primi anni della sua carriera in Italia. Un episodio che, a suo dire, avrebbe potuto cambiare radicalmente il suo percorso calcistico.

PAROLE – «Litigo in Brasile. Torno a Roma per firmare il contratto e la Lazio scompare. Così sono stato cinque o sei giorni a Roma, aspettando di firmare il contratto. Il presidente, Lotito, mi aveva detto: “Se ti do la mano è come se stessimo firmando un contratto”. E io risposi: “Nessun problema, vado in Brasile e torno”. Ebbene, quando sono tornato non mi risposero. Dissi al mio agente: “Dobbiamo prendere una decisione, se la situazione non va avanti devo andare a fare il precampionato con il club russo(l’FK Mosca, proprietario del cartellino di Maxi Lopez dal 2007 al 2009, n.d.r.). Così decisi di tornare a Mosca. Arrivo all’aeroporto e un uomo in uniforme mi dice: “Non può viaggiare, mi deve seguire”. E io: “Come? Non posso viaggiare?”, dissi. Io già stavo pensando alla Russia e a cosa sarebbe successo al mio rientro.


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Poi mi portarono in un altro luogo, dove c’era un’altra persona, che mi disse: “Verrai a giocare al Catania”. Non capivo, non sapevo neanche di dove fosse il Catania. “Ma io dovevo firmare per la Lazio”, dissi lui. “No, ho già parlato con la Lazio e siamo già d’accordo. La mia squadra necessita di un attaccante, avrai tutto il minutaggio che vorresti”. E mi iniziò a parlare del progetto. Siccome io avevo tanta voglia di giocare e proseguire sulla falsariga di quanto avevo fatto in Brasile l’anno precedente (in prestito al Gremio, ndr.), ho detto: “Va bene, andrò in Sicilia”, che non sapevo nemmeno dove si trovasse. Ci accordiamo. Mi prendono e mi portano fuori dall’aeroporto quando ero già praticamente in pista. Mi portano in un altro aeroporto e da lì vado in Sicilia. Arrivo e firmo con il Catania. Così inizia la mia storia in Sicilia, che sarebbe dovuta cominciare a Roma. Seppi solo dopo che il presidente della Lazio, Lotito, e quello del Catania, Pulvirenti, erano amici e così fecero il tutto».

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