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Redazione·11 gennaio 2024
🎥Max fa 400: i 5 momenti più iconici di Allegri alla guida della Juventus

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Redazione·11 gennaio 2024
Stasera, nel quarto di finale di Coppa Italia tra Juventus e Frosinone Massimiliano Allegri taglia il traguardo delle 400 partite alla guida del club bianconero.
Nella storia della Juventus solamente due allenatori hanno guidato la squadra per più partite: Marcello Lippi (a quota 405 panchine e quindi prossimo ad essere scavalcato al secondo posto) e Giovanni Trapattoni, primo all-time con 596 presenze da tecnico
Il bilancio di Allegri in sette stagioni e mezzo (divise in due fasi separate, una durata dal 2014 al 2019 ed un’altra, attualmente in corso, iniziata nel 2021) è di 264 vittorie, 68 pareggi, 67 sconfitte con 5 scudetti, 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane nel palmares. A tutti gli effetti un pezzo, importante, nella storia bianconera.
Ecco qui i 5 momenti più iconici del tecnico livornese alla guida del club.
Interpellato sul tema Champions (nell’anno dello scudetto da 100 punti ma anche dell’eliminazione prematura dalla competizione nella sfida spareggio del girone con il Galatasaray, Antonio Conte disse una frase rimasta nell’immaginario collettivo con riferimento al potenziale della squadra: “Quando ti siedi in un ristorante dove si pagano 100 euro non puoi pensare di mangiar con 10 euro“.
Quando Allegri ereditò il posto del tecnico leccese fu inizialmente accolto con uno scetticismo spazzato via con i risultati: la Juventus vince lo scudetto (il quarto dei 9 consecutivi) dominando il campionato, sfata il tabù della decima Coppa Italia (avviando una striscia di 4 trionfi di fila) e, soprattutto, si rende protagonista di un grande cammino in Europa.
Già dopo la vittoria agli ottavi contro l’ultimo Borussia Dortmund di Klopp Allegri ebbe a dire: “Forse non riusciremo a mangiare piatti costosi perché c’è sempre la crisi economica, ma noi a quel ristorante da 100 euro possiamo sederci, lo abbiamo dimostrato, è solo un punto di partenza”.
In quella stagione la Juventus conquista la finale eliminando i campioni uscenti del Real Madrid battendoli 2-1 a Torino per poi pareggiare 1-1 al Bernabeu, trascinati dal grande ex Morata. Nell’ultimo atto i bianconeri non riescono a piegare il Barcellona della MSN, che si impone 3-1. La finale di Berlino, nel suo essere amara, è comunque l’inizio della rinascita internazionale.
Nella stagione 2015/2016 le cose per la Juventus inizialmente non vanno bene: la storia cambia dopo la vittoria all’ultimo respiro nel derby di Torino con gol di Cuadrado, che da il là alla riscossa dei bianconeri, in quel momento alle prese con l’alba di un nuovo ciclo tecnico dopo addi pesanti come quelli di Tevez e Vidal.
Uno dei momenti più indimenticabili di quella stagione arriva nei minuti nella sfida esterna contro il Carpi. La Juventus ha appena subito il gol del 3-2 e gli emiliani premono in avanti: Allegri è una furia e non fa nulla per nasconderlo, urlando e tirando fuori la giacca, destinata poi ad essere scaraventata a terra.
L’episodio, rimasto di culto, sarà rievocato dalla Juventus negli spoiler dell’annuncio del ritorno di “Max” nel giugno 2021.
La prima di una lunga serie di giacche maltrattate sotto forte tensione e adrenalina agonistica.
Con gli arrivi di Pjanic e Higuain a completamento di una rosa già di per sé competitiva, la Juventus nella stagione 2016/2017 è protagonista di una grande cavalcata su tutti i fronti che la porta al terzo dei quattro double campionato-coppa consecutivi e alla finale di Champions League.
Sebbene la notte di Cardiff sia un’immagine decisamente amara, il cammino europeo dei bianconeri, sino ad allora un percorso netto, è pieno di istantanee significative, una su tutte il netto 3-0 al Barcellona di Luis Enrique, nell’andata dei quarti di finale a Torino. Dybala apre con una splendida doppietta; Chiellini sentenzia definitivamente.
Un’ideale rivincita della finale di due anni prima che consentì alla Juve di Allegri di mettere in tasca la qualificazione. Probabilmente uno dei momenti più alti del primo corso del tecnico livornese.
Anno 2019, l’ultimo del primo ciclo di Allegri, nonché il primo alla Juventus di CR7. I bianconeri hanno in tasca il quinto scudetto consecutivo ma hanno appena perso con la SPAL per 2-1 una partita in cui si sono presentati pieni di riserve e giovani in vista dell’impegno di Champions League contro l’Ajax.
Nel commentare la circostanza in questione Allegri, grande appassionato di ippica, per sottolineare l’importanza del risultato e sminuire quella dello scarto se ne uscì con un parallelismo destinato a fare storia: “Nelle corse dei cavalli basta mettere il musetto davanti – furono le sue parole – non serve vincere di cento. Musetto davanti, fotografia, il corto-muso“.
Una frase iconica espressione dell’essenza del calcio di Allegri, che nell’era dei tre punti in Serie A è quello che ha vinto più volte 1-0, ben 76. Un concetto talmente potente, quello del “Corto Muso” da essere introdotto anche nell’enciclopedia Treccani.
88′ di gioco: la Juventus conduce sul Milan per 1-0 e può seriamente espugnare San Siro. Vlahovic e Chiesa non si intendono e sbagliano una giocata. Allegri se è possibile, la prende pure peggio di come l’aveva presa 7 anni prima a Carpi.
Alla fine la Juventus, in superiorità numerica, ha comunque portato a casa il risultato. L’immagine della tensione e della rabbia di Allegri resta comunque una delle istantanee del match e chissà magari anche di una stagione.