Inter News 24
·3 agosto 2025
Matteo Materazzi, la moglie rompe il silenzio: «La SLA lo sta divorando, non muove più le braccia. Una sola speranza»

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·3 agosto 2025
Un racconto carico di dolore, amore e speranza. Maura Soldati, moglie di Matteo Materazzi, ha deciso di condividere con il Corriere della Sera la drammatica realtà quotidiana vissuta al fianco del marito, colpito da una forma rara e aggressiva di SLA. Le sue parole sono un pugno allo stomaco.
Matteo, fratello dell’ex campione del mondo e difensore dell’Inter, Marco Materazzi, sta affrontando una sfida immane. Il suo corpo, giorno dopo giorno, sta cedendo alla malattia. Ma la sua mente resta lucida, così come la determinazione di Maura e dei loro figli, uniti nella speranza di accedere a una terapia sperimentale che potrebbe rallentare, o forse arrestare, il decorso della SLA. Una speranza che però richiede fondi importanti, e per questo la famiglia ha lanciato un appello pubblico per ricevere aiuto e sostegno.
L’OBIETTIVO DELLA LORO BATTAGLIA – «L’obiettivo è salvare la vita di mio marito e di chi in futuro affronterà la stessa malattia. Penso anche ai nostri figli, Geremia di 18 anni e Gianfilippo di 16, che hanno fra il 15 e il 20% di possibilità di sviluppare la medesima mutazione».
LA SITUAZIONE CLINICA DI MATTEO – «Abbiamo solo una speranza, creare una terapia ASO personalizzata per la mutazione rara che lo ha colpito. Nel suo caso, poi, c’è una difficoltà in più: la proteina che si accumula nelle cellule neuronali e che le intossica è anche funzionale alla cellula stessa. Il che rende la ricerca di una cura più difficile».
I COSTI E I TEMPI DELLA SPERANZA – «Siamo in contatto con la Columbia University e il dottor Shneider, un pioniere. Servono un milione e mezzo di dollari. E tempo. Un anno, ma chissà se lo avremo».
I PRIMI SINTOMI DELLA MALATTIA – «Da una forte depressione, che lo ha portato a chiudersi, a non voler più uscire con gli amici. Ci hanno spiegato che potrebbe essere stata il preludio alla malattia. Ha iniziato a zoppicare, pensava di essersi fatto male saltando una staccionata. Cadeva spesso, camminava in modo robotico, si stancava molto. Ma non voleva fare esami, non gli è mai piaciuto».
COME LO HANNO DETTO AI FIGLI – «Tornando a casa ho provato a chiamare la mia psicologa per un consiglio, ma non mi ha risposto. Sono stata diretta con loro, senza troppi giri di parole. Quando l’ho sentita, mi ha detto che ho fatto bene».
LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA – «Abbiamo pianto per una settimana intera, giorno e notte. Poi abbiamo reagito. Io sono una persona pragmatica, lui ottimista per natura».
COME STA MATTEO OGGI – «In pochi mesi ha perso l’uso delle gambe, finendo sulla sedia a rotelle. Oggi non muove più neanche le braccia, solo un po’ le mani. La malattia sta avanzando velocemente. Vorrebbe vedere crescere i figli ma non ci crede. È realista, il 50% di malati di Sla muore entro tre anni».
IL RAPPORTO CON IL FRATELLO MARCO – «Per anni hanno avuto un rapporto complicato, ma dall’inizio della malattia sono tornati a parlarsi quotidianamente. Anche Marco si sta spendendo nelle sue possibilità, non possiamo dimenticare che ha una famiglia. Ma è accanto a lui, come tutti noi. E di questo Matteo è felicissimo».