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Redazione·4 dicembre 2023
🧨 Marotta racconta: "Addio Skriniar e se CR7 mi ha fatto arrabbiare..."

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Redazione·4 dicembre 2023
Giuseppe Marotta si racconta.
L’ad nerazzurro ha rilasciato un’interessante intervista a Cronache di Spogliatoio con un format diverso dal solito, con le domande poste al dirigente dell’Inter direttamente da alcuni bambini: da CR7-Skriniar fino a Lautaro e anche al suo futuro.
Cristiano Ronaldo l’ha fatta arrabbiare quando era alla Juventus? Una domanda a cui Marotta ha risposto così: “È stato un bravissimo giocatore, lo è ancora e soprattutto è un grande campione. Il campione è quella persona che riesce a trasmettere delle convinzioni ai compagni. Lui era un po’ il leader della squadra, era quello più famoso e trascinava gli altri nella partita. Per cui era impegnativo, ma non mi faceva arrabbiare”.
Non poteva mancare anche un passaggio su Skriniar: “Ci sono state delle divergenze, delle difficoltà tra lui e l’Inter. Questo ha portato alla rottura del rapporto di amicizia e di appartenenza che c’era tra noi. le strade si sono divise, lui è andato a Parigi e noi siamo andati avanti senza di lui. E direi bene”.
L’acquisto più difficile? Paul Pogba: “Era poco più grande di voi quando lo abbiamo preso ed è stata una trattativa molto complicata. Perché arrivata dallo United, non aveva firmato il rinnovo quindi c’erano tante squadre che lo volevano. Era difficile trattare il suo acquisto, è stato molto complesso”.
Tema Lautaro, dai rifiuti di alcune grandi squadre fino alla possibilità che diventi una bandiera dell’Inter: “Lautaro è innanzitutto un bravissimo calciatore, ma anche un bravissimo papà. È un giocatore che ha dentro di sé dei valori importanti: ama l’Inter come l’Inter ama lui. Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo. Oggi è già una bandiera perché è il capitano della squadra. Se ti danno la fascia è perché c’è un pochino di differenza rispetto agli altri”.
Il futuro di Marotta – fresco di rinnovo fino al 2027 – sarà ancora all’Inter? “Nella vita c’è la possibilità di andare in pensione anche da più giovani, ed è giusto che ognuno segua le proprie passioni. Quando dico che dopo il calcio mi piacerebbe fare politica è perché a me piace occuparmi dei problemi dei ragazzi, in particolare nell’ambito dello sport. In Italia ancora abbiamo dei problemi, non ci sono strutture, i campi d’allenamento, gli spogliatoi non sono adeguati. Vorrei dedicarmi a fare queste cose per migliorare la qualità dello sport in Italia. È una cosa che faccio con passione e per il bene dei vostri fratelli più piccoli”.