PianetaBari
·24 febbraio 2025
Mantova-Bari, l’analisi: l’aggressione alta voluta da Longo, la prova dell’attacco e la crescita di Maggiore
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·24 febbraio 2025
Al Martelli di Mantova, il Bari ha trovato tre punti preziosissimi che rappresentano una pesante iniezione di fiducia per tutto l’ambiente in vista del finale di stagione. I biancorossi, infatti, hanno portato a casa una vittoria ampiamente meritata, che ha premiato il coraggio con cui i galletti hanno aggredito la squadra di Possanzini. Di questo, e anche di alcune prestazioni individuali, parliamo in Il Bari a Scacchi, la rubrica di analisi che esamina nel dettaglio tutte le gare dei pugliesi.
Commentando la partita subito dopo il fischio finale, Moreno Longo è tornato più volte a sottolineare con soddisfazione come la sua squadra sia riuscita ad operare in maniera efficace la pressione alta sulla costruzione del Mantova. «Per chi conosce loro, vedere il portiere che calcia lungo è una soddisfazione», ha affermato infatti il tecnico biancorosso, «giocano diversamente, ma noi abbiamo pressato con i tempi corretti. Abbiamo provato ad aggredirli alti e da una situazione del genere è nato il gol, è stato premiato il coraggio».
Fin dai primi minuti, il Bari ha messo in atto un pressing intenso sulla costruzione del gioco della formazione lombarda. Il primo grande merito dei biancorossi è stato quello di scombinare completamente il piano tattico degli avversari. Se di solito la squadra di Possanzini privilegia una costruzione ragionata e palla a terra, al Martelli è stata costretta a ricorrere frequentemente al lancio lungo per sfuggire al pressing dei pugliesi. Solo in due occasioni durante la stagione, contro Juve Stabia e Cosenza, il Mantova aveva effettuato un numero maggiore di lanci lunghi rispetto a quanto accaduto nella gara di sabato.
Questo cambiamento è stato il risultato del pressing aggressivo portato avanti dal Bari fin dalle prime battute. I biancorossi hanno adottato una marcatura quasi sempre fissa: Maggiore pressava il braccetto di sinistra, Bellomo quello di destra, mentre Bonfanti schermava il centrale. Maita, inoltre, si alzava su Weiser, mentre Benali si occupava di Burrai. Un duello particolarmente determinante è stato quello tra Obaretin e Mensah: incapace di sviluppare il gioco, il portiere Festa ha cercato più volte il lancio lungo verso il centravanti, ma il difensore biancorosso ha dominato i duelli, annullando ogni possibile minaccia sul nascere.
In questa immagine si vede bene l’aggressione alta portata dal Bari con i riferimenti fissi. Da notare la posizione di Mantovani, che ha accettato il rischio di alzarsi per bloccare ogni possibile sviluppo palla al piede del Mantova
Da una situazione del genere, del resto, è nato il gol decisivo. È stata proprio a seguito del pressing, infatti, che i biancorossi hanno costretto il Mantova all’errore, con Mattia Maita che ha recuperato palla, Ahmad Benali bravo a trovare l’imbucata per Giulio Maggiore che ha poi depositato in porta.
L’aggressione alta con cui il Bari ha costretto all’errore il Mantova, nell’azione che ha poi portato al gol di Maggiore
I limiti dell’attacco
Se ci può essere un rammarico legato alla bella prova del Bari è sicuramente quello di non aver trovato prima la rete del vantaggio, o comunque di aver tenuto la gara aperta fino alla fine. La situazione si lega alle difficoltà in fase di costruzione, accentuate dal fatto che Nicholas Bonfanti troppo spesso è apparso isolato. Il modulo iniziale scelto da Longo, ovvero il 3-5-1-1, con il solo Nicola Bellomo in appoggio al centravanti, ha probabilmente aiutato in fase di non possesso, ma ha tolto qualcosa nella costruzione.
Come si vede nell’immagine sottostante, il Bari ha provato ad attaccare soprattutto sulla corsia di sinistra, anche perché da quella parte c’era un Mehdi Dorval che, in particolar modo nel primo tempo, era molto ispirato. Gli uomini di Moreno Longo hanno cercato spesso di muovere le pedine per scardinare una linea difensiva del Mantova che, in fase di non possesso, si sistemava quasi sempre a cinque. A volte era Nosa Obaretin a sganciarsi per creare sovrapposizioni, in altre occasioni Giulio Maggiore si allargava permettendo allo stesso Dorval di rientrare nelle zone centrali del campo.
Fonte: SofaScore
Il vero limite del Bari si è visto negli ultimi venti metri. Quando i biancorossi sono arrivati in quelle zone del campo, hanno faticato a concretizzare le occasioni e a trovare il guizzo decisivo. Nonostante il lavoro di raccordo svolto da Bellomo a centrocampo, Bonfanti (sebbene abbia disputato una partita non impeccabile anche dal punto di vista tecnico) si è trovato spesso isolato nelle poche occasioni in cui ha ricevuto il pallone. In alcune situazioni è stato Maggiore ad affiancarlo per garantire densità, ma il numero 21 non ha il fisico da centravanti per fornire un adeguato supporto e si è rivelato più utile quando ha provato a gestire il gioco.
Quando il Bari è riuscito a portare più uomini al limite dell’area, è mancata un po’ di lucidità nelle scelte finali, con errori nei passaggi decisivi e nelle conclusioni.
Come già sottolineato, almeno contro il Mantova l’utilizzo di una solo centravanti con il trequartista ha aiutato molto in fase di non possesso, ma ha tolto qualcosa in costruzione. Nella seconda parte della ripresa, poi, Longo ha optato per le due punte, inserendo Favilli e Lasagna, ma subito dopo il gol, il pallino del gioco è finito nelle mani dei padroni di casa, e in fase offensiva gli uomini di Moreno Longo si sono visti poco. Per questo motivo è difficile valutare la prova con questo schieramento.
In queste tre immagini si vedono diverse situazioni di gara in cui appare evidente come il lavoro di raccordo fatto da Bellomo abbia lasciato spesso troppo solo Bonfanti. Al più era Maggiore a fornire supporto, ma il centrocampista non ha il peso e la forza fisica di Lella e si è districato meglio in fase di impostazione.
Il man of the match della gara di sabato è stato sicuramente Giulio Maggiore che, dopo una prova tutt’altro che brillante nella partita da titolare disputata contro la Juve Stabia, si è riscattato con un’ottima prestazione, impreziosita dal gol decisivo. Sia chiaro, a rendere da “sette in pagella” la sfida dell’ex Salernitana è senza dubbio la rete, visto che altrimenti saremmo restati sulla sufficienza. Indipendentemente da questo, però, sono preziosi i segnali di crescita mostrati.
Maggiore, infatti, è apparso utile in diversi contesti. In fase di transizione offensiva non sempre è stato preciso, ma ha fatto vedere ottime doti in conduzione palla che, con un pizzico di pulizia in più, potevano creare diversi pericoli. Quando il Bari costruiva palla al piede, invece, la sua mobilità è stata preziosa per muovere le linee avversarie: il centrocampista, infatti, si allargava spesso per scambiarsi di posizione con Dorval oppure, come abbiamo già visto, andava ad occupare gli spazi centrali lasciati liberi da Bellomo. Insomma, sono primi segnali di un ragazzo che sicuramente ha una notevole intelligenza calcistica e che, ritrovando una condizione che ancora è tutt’altro che brillante, potrà essere molto utile alla causa.
L’heatmap di Maggiore che mostra l’abilità nel centrocampista nel muoversi sia al centro che sulle corsie laterali.