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·7 aprile 2025

Mancini: “Ranieri mi odiava come avversario. Roma è una piazza calorosa e passionale, vive di questo club”

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Il vice capitano della Roma, Gianluca Mancini, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tv Play in cui ha affrontato tantissimi temi. Queste le sue parole:

UN COLLABORATORE DI DE ROSSI NON MI SOPPORTAVA, POI HA CAMBIATO IDEA“Appena arrivato De Rossi alla Roma, un suo collaboratore mi salutò in modo strano, dopo un paio di giorni mi disse che non mi sopportava. Addirittura disse che mi avrebbe messo sotto la macchina, ma dopo una settimana si scusò e disse che aveva sbagliato tutto su di me. Ero un ragazzo eccezionale. Io in campo mi trasformo, sto cercando di migliorare”.


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RANIERI MI ODIAVA COME AVVERSARIO, IO OGGI EVOLUTO NEL COMPORTAMENTO“Ranieri appena mi ha visto ha detto che quando mi vedeva contro mi odiava. La mia è stata un’evoluzione, prendevo tanti cartellini e facevo proteste senza senso. Mi condizionava tanto. Era deleteria a me stesso. L’evoluzione del mio comportamento è cominciata con De Rossi. Anche con gli arbitri il mio atteggiamento è cambiato, prima davo fastidio. Ora è differente. Non prendo troppe espulsioni, perché di entrate brutte non ne faccio. In Coppa Italia, con Orsato, sbagliai tanto e presi tre giornate di squalifica. Chiesi scusa in quell’occasione”.

IN DIFESA A TRE MI TROVO BENE, COME CENTROCAMPISTA OGGI NON SAREI CAPACE“Mister Fonseca mi mise centrocampista, ma era un’emergenza. Un ruolo che ho ricoperto da ragazzino, ma ad oggi non sarei capace. Ho fatto tante volte il braccetto e agli occhi della gente e agli addetti ai lavori ti vai a collocare in quella posizione. Mi trovo bene. Con la difesa a 4 ho giocato con Mourinho e De Rossi. Avendo giocato in più ruoli, dal centrocampista al centrale di difesa, a volte addirittura terzino destro, non è un problema. Con la difesa a tre mi trovo a mio agio”.

ESPULSIONE DI HUMMELS A BILBAO NON GIUSTA. LUI UN SUPERPROFESSIONISTA, MI STA AIUTANDO“Hummels mi sta aiutando. Avere campioni come lui è qualcosa che aiuta sia a livello di campo, ma osservi anche nel quotidiano. A 36 anni gioca ancora a questi livelli, quindi è un superprofessionista. Vorrei che anche io a 36 anni possa giocare ai suoi livelli. Su Kulusevski ha fatto un intervento bellissimo in scivolata e si rialzò come niente fosse. Io gli dissi che era pazzo, perché a me avrebbero dato 7 rossi (ride ndr). Espulsione a Bilbao? Per me non era da espulsione. Era giallo. Quando l’attaccante sbaglia un gol, ha l’opportunità di farne un altro. Mentre il difensore se commette un errore deve sperare che non succeda nulla di grave”

GRATO A CT SPALLETTI, LA NAZIONALE È IL SOGNO DI OGNI BAMBINO“Mister Spalletti mi ha portato all’Europeo, mi ha convocato spesso l’anno scorso. Sono grato al ct. Purtroppo l’Europeo non è andato bene, ce lo porteremo avanti. Mi ha fatto giocare contro la Svizzera, sono grato a lui. Cerco di giocare bene per essere nuovamente convocato, ma il ct prende le sue decisioni. La Nazionale è il sogno di ogni bambino. E se non arriva la convocazione, io farò il tifo come sempre”.

NON ESISTE L’IO IN UNA SQUADRA, ESISTE IL NOI“Se accetto di andare in panchina? Penso che c’è un allenatore che decide, c’è la settimana, ci sono gli allenamenti e se un allenatore decide di non farti giocare dopo una, due o tre volte mi faccio delle domande. Se mi sto allenando bene, parlo con l’allenatore. Non esiste che giochi e basta, ci sono mille cose in una partita. Si fa parte di una rosa di 25 giocatori, non esiste l’io. Esiste il noi. Giusto arrabbiarsi, ma deve essere un modo per dare di più in quei 10-15 minuti quando entri in campo”.

SVILAR È MOLTO FORTE, TRASMETTE SICUREZZA“Rui Patricio era un portiere forte. E quando avevamo in allenamento da una parte Rui e dall’altra Svilar…Sono due portieri forti. Mile è molto forte, trasmette sicurezza, parla. Il ruolo del portiere è cambiato”.

NON HO PREFERENZE TRA ALLENATORE GIOCHISTA E GESTORE“Allenatore giochista o gestore? Per me l’allenatore è importante. Il calcio è cambiato. Un tempo una squadra più piccola veniva a Roma a giocare in modo differente. Io cerco di fare il massimo e seguo le indicazioni del mister. Se un allenatore mi dice di dare una testata al muro, io lo faccio. Non ho preferenze sull’allenatore, ogni mister ha la sua idea. Magari tra 10-15 anni saprò dare una risposta. Sono stato fortunato nella mia carriera. Ad esempio, con De Rossi facevamo 40 minuti di uscite dal basso in rifinitura. Con Mourinho la fase difensiva era maniacale prima della partita”.

ROMA PIAZZA CALOROSA, A BERGAMO ERA DIVERSO“Roma è una piazza calorosa, passionale e vive di questo club tutti i giorni. La gente ti carica. A Bergamo non sono così calorosi. Questo ti dà delle aspettative maggiori, scendi in campo anche per loro. A Villa Stuart, quando sono arrivato, non c’era nessuno. Ma vedere le scene dei compagni quando arrivano a Fiumicino, con tutta quella gente, è bellissimo”.

SE DOVESSI GIOCARE ALL’ESTERO, SCEGLIEREI L’INGHILTERRA. MA IN ITALIA GLI STADI SONO PASSIONALI“Se dovessi scegliere un Paese dove giocare all’estero direi l’Inghilterra. Giocare in Italia è bellissimo per gli stadi, ci sono molti stadi passionali. Sono abituato all’Olimpico e ogni domenica sembra giocare una finale”.

LA TOP 11 DI GIANLUCA MANCINI “La mia top 11 al Mondo, senza giocatori della Roma. Innanzitutto, scelgo il 4-3-3. Donnarumma a porta; Arnold terzino destro; Rudiger e Van Dijk i centrali; a sinistra Bruno Mendes del PSG; a centrocampo il play è Modric, Tonali e Musiala mezzali. Davanti scelgo: Rodrygo, Mbappé e al centro Haaland”.

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