Mancini: «Fiducia nell’Italia quando nessuno ci credeva. Futuro? Ecco cosa vorrei» | OneFootball

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·20 aprile 2021

Mancini: «Fiducia nell’Italia quando nessuno ci credeva. Futuro? Ecco cosa vorrei»

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Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale, si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport: le sue dichiarazioni

Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale, si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Dallo Scudetto con la Sampdoria, alla finale persa a Wembley: le sue dichiarazioni.

SAMPDORIA JUVENTUS – «Credo di avere fatto bene contro Gentile, uno che fa paura. Prima giornata: la corazzata dei campioni del mondo di Bearzot più Platini e Boniek contro una neopromossa. Vincemmo noi, con gol di Ferroni. Mi marcò Gentile. Non fu semplice…».


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VITTORIA CONTRO IL MILAN – «Me la ricordo benissimo quella prima pagina. Per noi fu un momento storico. Battendo una grande come il Milan cominciammo a credere che un giorno avremmo potuto vincere lo scudetto, cosa fino a quel momento impensabile».

SCUDETTO SAMPDORIA – «Eravamo ragazzi cresciuti insieme, maturati, che sotto la guida sapiente e affettuosa di un grande presidente come Mantovani, avevano trovato un’intesa magica, di gioco e di relazioni. Sì, Candido ha scelto la parola migliore per quella Samp: bellezza. Anche perché potevamo vincere con chiunque e perdere con chiunque… La Juve di Gentile e Tardelli, quando ci incontrava, ci prendeva in giro: arrivano i fenomeni…».

WEMBLEY – «Avessimo vinto quella partita, come meritavamo, avremmo chiuso un ciclo pazzesco. Sì, è stato bello, ma perdere la finale in quel modo, ai supplementari, è stato brutto… Per il Barcellona è stata la prima Coppa dei Campioni».

LAZIO CAMPIONE – «Ricordo l’attesa in un Olimpico pieno. Eravamo quasi tutti convinti che saremmo andati allo spareggio, con il pari della Juve. Invece arrivò lo scudetto. C’eravamo meritati la fortuna rimontando 9 punti alla Juve in 6 giornate. Era il risarcimento per il titolo buttato via l’anno prima, con 7 punti di vantaggio sul Milan».

CONTE E L’INTER – «Speravo che non mi raggiungesse, tanto ormai lo scudetto l’ha vinto… Mi bastava che arrivasse a 16, così mi tenevo il record, perché 17 vittorie sono tante. È un bel record. La mia era molto forte, con grandi giocatori, giocava a memoria. Ma anche questa è forte».

PIRLO E LA JUVENTUS – «No, ha fatto benissimo. Se ti chiama una squadra come la Juve, non puoi dire di no. Ha fatto fatica, come era naturale, per mancanza di esperienza. Non aveva alle spalle neppure un’esperienza nelle giovanili. Ma era giusto raccogliere la sfida,Andrea il calcio lo conosce».

BALOTELLI – «Due anni fa aveva ancora 28 anni. Era nel pieno della maturità, poteva ancora migliorare. L’ho richiamato in Nazionale per dargli una spinta. Speravo in un sussulto d’orgoglio per tornare ad essere il grande giocatore che ha dimostrato di poter essere. Purtroppo Mario non ha fatto molto per tornare ai suoi livelli. Resta un grande dispiacere».

ITALIA – «Avevo molta fiducia, proprio perché nessuno ci credeva. Tutti pensavano che non avremmo avuto buoni giocatori per un po’ e questa cosa mi stimolava molto. Però non pensavo che sarebbe stata messa insieme così in fretta. Ci siamo presi dei rischi andando a cercare tanti giovani, il mix con i più esperti è stato straordinario. Hanno trovato un feeling pazzesco, fondamentale in una squadra».

SUPERLEGA – «Sto seguendo quello che accade. Mi auguro solo che si possa trovare una soluzione per tutelate il futuro del calcio a tutti i livelli».

NAZIONALE – «Tre partite in 7 giorni con un sacco di problemi e quasi nessun allenamento. Abbiamo sempre vinto strameritatamente. La partita più difficile a Sofia, dove comunque non abbiamo rischiato nulla. Contro di noi si difendono tutti in 11 nella loro metà campo».

CORONAVIRUS – «Abbiamo seguito alla lettera tutti i protocolli. I nostri medici sono stati perfetti. Nessuno era positivo quando eravamo lì. Lo sono diventati dopo. Non so come. L’importante è che tutti oggi ne siano fuori e stiano bene».

DONNARUMMA – «Consigli? Nel mio ruolo, non posso. So solo che il Milan è un grande club, sta lavorando bene e crescerà ancora. A Gigio auguro serenità».

VOGLIA DI VINCERE – «Io spero che su quella prima pagina ci possa essere scritto qualcosa di così bello da far gioire una nazione intera, dopo quello che abbiamo passato in questo anno e mezzo».

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