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ANSA.it

·15 novembre 2023

Lucescu, la Russia è morte e dolore, io mai più lì

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(ANSA) - ROMA, 15 NOV - ""Voglio dire ancora una volta che non tornerò mai più a lavorare in Russia (ha allenato lo Zenit nella stagione 2016-'17 ndr).

Dopo ciò che ho visto con i miei occhi in Ucraina, questo è fuori discussione.


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La Russia è terrorismo, morte e dolore.

Questo paese mi ha tolto la seconda casa, Donetsk, e voleva portarmi via la terza, Kiev.

Ricordatemi come un uomo che ama l'Ucraina".

E' un uomo coraggioso Mircea Lucescu e, intervistato dal quotidiano sportivo russo 'Sport-Express', non le manda certo a dire.

"Ho lavorato qui a Kiev con la Dinamo - continua il 78 tecnico dimessosi all'inizio del mese dalla guisa della squadra della capitale ucraina - e ho visto con i miei occhi tutti gli orrori della guerra che la Russia ha portato.

Non ho lasciato la squadra, ho allenato i giocatori sotto allarme aereo e ho aiutato a evacuare le loro famiglie".

"Ho vissuto tutto questo in prima persona, quindi cosa possiamo dire su un ritorno in Russia? - cdice ancora l'ex tecnico dell'Inter e del Brescia - Il mio sogno principale ora è la pace e la tranquillità in Ucraina.

È la sicurezza per Ucraini, stadi pieni e prosperità per questo meraviglioso paese".

Ma, no alla Russia a parte, Lucescu si ritira dal mondo del calcio? "Ho lavorato tre anni alla Dinamo e quindici in Ucraina, e ho detto 'basta'.

Adesso sono a casa, a Bucarest - la risposta dell'allenatore romeno -.

La mia carriera è finita? È una bugia.

Me ne sono solo andato dalla Dinamo Kiev ma non lascio il calcio professionistico.

Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato: è stato estremamente difficile giocare a calcio senza tifosi, sostegno finanziario, e senza sponsor e pubblicità.

Giocare solo con i giovane dell'accademia".

"In ogni caso - conclude -, ho cercato di mantenere il calcio nella mia vita.

Questa è la cosa più importante anche in una situazione così difficile".

(ANSA).

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