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·16 luglio 2023
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Claudio Lotito si è concesso al Corriere dello Sport per un’intervista a 360 gradi in cui ha parlato di tantissimi temi. Da Tare a Milinkovic, da Sarri ad Immobile. Di seguito un estratto dell’intervista riportato da cittaceleste.it.
Tempo per la Lazio?
“Poco, rispetto a prima, però io sono un uomo di risposte, ho la capacità di fornire soluzioni concrete, rapide e efficaci. Parlo con l’allenatore…”.
Adesso devi fare a meno anche di Tare, una sorta di istituzione.
“Mica l’ho mollato, è andato via lui e mi è dispiaciuto sul piano personale, umano. Diciotto anni insieme, un grande amico e un uomo d’azienda. Un giorno ha telefonato e mi ha detto che voleva andarsene e che era riconoscente per tutto quello che gli avevo dato”.
Non me la racconti giusta. C’erano state delle incomprensioni. Non penso, ad esempio, che abbia gradito l’ingresso diFabiani.
“C***o c’entra Fabiani… Le incomprensioni cerano state tra Sarri e Igli, integralista il primo, rigido il secondo. Sono dovuto intervenire tre volte. La prima ho menato la squadra, poi quando Sarri stava scricchiolando ho chiarito alcune cose, infine ho detto a Igli che avrebbe dovuto usare la vaselina. Alla squadra ho promesso che avrei pagato dopo ogni vittoria e a settembre m’è toccato versare gennaio, in anticipo di quattro mesi. La Lazio… mi avevano dato un mese di vita come presidente”.
Parliamo della Lazio.
“Ho le idee chiare, a Sarri ho chiesto di indicarmi non dei nomi, ma delle posizioni da coprire, le sue esigenze tecnico-tattiche. I giocatori li scelgo io. A Formello c’è un intero settore che si occupa dello scouting con otto postazioni dedicate. Castellanos è arrivato, l’ho pagato un botto. Ora Maurizio mi chiede un vertice basso, un difensore, non necessariamente un terzino sinistro, un esterno e una mezzala. I nomi li ho tutti in testa”.
Non te li chiedo. Anzi, sì.
“Mi fai saltare le trattative, alzare il prezzo”.
Sei riuscito a vendere Milinkovic per 40 milioni.
“Gli avevo offerto il rinnovo a una cifra blu. È arrivato il suo procuratore e m’ha detto che l’Arabia garantiva 20 milioni l’anno, 18 netti già tassati. Il giocatore m’ha confessato che cercava qualcosa di nuovo. Quando mi hanno spiegato che c’erano 15 milioni per la Lazio ho risposto che 15 o zero per me era lo stesso e che gli avrei fatto fare tanti giri di campo a Formello. Quindici sono diventati venti, poi trenta, infine quaranta. Al calcio italiano non mancano i giocatori, ma i presidenti. Manca la competenza al vertice”.
Prima che ti mandi via, gli arabi vogliono anche Immobile?
“Non mi ha detto nulla nessuno”.