L’Olanda per ricominciare, Miceli: “Che emozione l’esordio con la Lazio. Vi racconto la mia Dordrecht” | OneFootball

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·29 aprile 2023

L’Olanda per ricominciare, Miceli: “Che emozione l’esordio con la Lazio. Vi racconto la mia Dordrecht”

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Di tempo ne è passato, ma quando Alessio si tuffa nei ricordi tira fuori ogni dettaglio. Gli viene in mente tutto dei primi anni nelle giovanili della Lazio: dagli aneddoti alle sensazioni, passando per le prime volte. Prime volte, sì. Di quelle che sogni fin da bambino. Miceli ha i colori biancocelesti nel sangue, è cresciuto in quel settore giovanile sperando un giorno di arrivare tra i grandi. Nel 2017 la chance è arrivata, con la firma anche di Simone Inzaghi: “Lui è sempre stato bravo con i giovani, ne ha fatti esordire tanti” racconta Miceli a grandhotelcalciomercato.com.

Gli anni alla Lazio

Tuffo nel passato e torniamo nel 2007. Alessio - classe 1999 - entra nelle giovanili della Lazio come un bambino dei tanti. Guarda le partite in tv, va all’Olimpico. In poche parole, è un vero tifoso laziale.


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Sono quelli i migliori anni. Si pensa solo al divertimento, a giocare senza pensieri. A inseguire quel pallone che pesa meno di una piuma. Momenti indelebili, condivisi anche con Frattesi e Scamacca: “Ho giocato sia con Davide che con Gianluca. Con Frattesi mi sento ancora spesso, lui ha fatto un exploit fantastico. Se lo merita, sono contento per lui: già da piccolo aveva qualcosa in più. Siamo rimasti in ottimi rapporti, spero possa fare quel salto in una grande squadra. Stessa cosa per Scamacca: da piccoli giocavamo in coppia in attacco e facevamo tanti gol insieme. Auguro il meglio a entrambi”.

Sia dentro che fuori dal campo, Miceli ha condiviso tantissimo con Frattesi. Tanti aneddoti che ricorda ridendo:  “Con Davide ci sfidavamo sempre alla Playstation e facevamo delle scommesse con delle penitenze. Giocavamo spesso quando lui era lontano. Ci sfidavamo anche sul campo su chi facesse più gol quando lui era alla Roma e io alla Lazio in Under 17: quell’anno abbiamo finito 11 pari”.

Acceleriamo un po’ e arriviamo al 2017. Miceli ha 18 anni e la trafila nel settore giovanile della Lazio è arrivata alla fine. Alessio è grande, ha ricoperto ruoli su ruoli - iniziando come trequartista, passando da difensore e specializzandosi infine come centrocampista - ed è pronto al salto. A novembre 2017 Inzaghi lo convoca in Europa League e lo fa esordire. Sogno realizzato: “Conoscevo già Inzaghi, quando io ero in Under 17 e lui allenava la Primavera mi convocò per la Supercoppa contro il Torino. Poi quando sono diventato il capitano della Primavera mi portò in prima squadra e mi fece esordire con il Vitesse all’Olimpico”.

Le sensazioni provate quel giorno le ricorda come se fosse ieri. “Ricordo l’emozione che provai all’esordio. Incredibile, io nasco laziale e fu pazzesco. Lui mi disse: ‘Entra e fai il tuo gioco’. E poi mi diede la possibilità di giocare in Belgio con lo Zulte Waregem sempre in Europa League. Ero molto contento, l’ho vissuta con serenità e tranquillità. C’era Lucas Leiva che mi dava consigli, mi hanno aiutato i compagni”.

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Da novembre si arriva a maggio. L’entusiasmo lascia spazio alla paura. Gli infortuni iniziano a tormentare Alessio: “Nel momento del passaggio ai professionisti ho avuto questo problema al ginocchio e ci ho giocato su per due mesi. Quando ho fatto l’operazione poi la situazione era un po’ più complicata. Ho vissuto un anno e mezzo-due difficili, ho dovuto fare anche un’altra operazione perché il problema non era risolto del tutto. Ma mi ha fatto crescere, mi ha forgiato. Si può ripartire solo più forte di prima”. In qualche modo è dovuto ripartire. Con le spalle più larghe e più fame di prima. La filosofia di Alessio.

Dall’Italia all’Olanda

Ripartire ma lontano da Roma. A fine stagione Alessio dice addio alla sua Lazio. In tre anni gira tre squadre: Feralpisalò, prestito all’Olbia, Piacenza. Poi la voglia di cambiare: “Finisco la stagione col Piacenza e ci fu una chiamata con Michele Santoni. Lo conoscevo già, lo avevo avuto nell’under 17 della Lazio: lui era in procinto di firmare con il Dordrecht e mi ha fatto venire con lui. Lì è nata l’operazione. Lo ringrazio perché mi ha dato questa opportunità. Qui è tutto diverso, c’è un altro calcio e un’altra mentalità”.

Ciao Italia, è tempo di volare in Olanda. Nuovo mondo, nuovo calcio, nuove sfide. “Nel momento in cui il mister mi aveva accennato della possibilità di andare al Dordrecht non avevo altro in testa”.

Lì cambia tutto. Bisogna subito adattarsi e capire quel mondo. “E’ un calcio opposto a quello italiano. Qui si va fuori dagli schemi, c’è più fantasia e ti lasciano libero. Ci sono calciatori di qualità, si punta di più sui giovani. Nel campionato ci sono le seconde squadre dell’Ajax, Utrecht, PSV e AZ che hanno giocatori davvero forti. In Italia si è più bloccati: qui se hai 16 anni e sei pronto ti mettono in prima squadra”.

Passato, presente, ma anche futuro. Alessio ha lo sguardo rivolto a quello che potrà venire: “Ritornare a giocare con continuità è stato importante per me. Mi sta aiutando a crescere, può essere un bel trampolino di lancio. Voglio finire al massimo questa stagione e poi non si sa mai: il mio obiettivo è arrivare in Eredivisie e poi vedremo a fine stagione. A giugno mi scadrà il contratto ma ho un’opzione per il rinnovo. L’Italia è il paese in cui sono cresciuto, se in futuro ci saranno occasioni le valuterò ma non mi precludo nulla. Vediamo”. Porte aperte a tutto, Miceli la vive così.

Qui ci alleniamo sempre al mattino. I primi due giorni della settimana facciamo sempre doppia seduta e le partite sono sempre il venerdì sera, a parte in alcuni casi. Dopo il pranzo mi fermo in palestra e il pomeriggio studio per l’Università”. Non solo calcio, c’è spazio anche per i libri: Alessio studia Scienze Motorie. E l’impegno è lo stesso che mette sul campo.

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Calcio, stile di vita, pressioni ma anche infrastrutture. L’Olanda è un altro mondo rispetto all'Italia: “A Dordrecht abbiamo almeno 5-6 campi tra naturali e sintetici. C’è una differenza enorme rispetto ad alcune società in Italia: ci sono infrastrutture migliori, soprattutto quando vai a giocare contro le seconde squadre di Ajax, PSV, Utrecht e AZ”.

Alessio, mister Santoni ma non solo. A Dordrecht c’è un terzo italiano: Samuele Longo. “Con Samuele siamo diventati molto amici. Anche lui ha fatto una bella carriera e ora è qui”.

Una “Little Italy” nel sud ovest dell’Olanda. Alessio è ripartito da lì migliorando, crescendo e maturando giorno dopo giorno. L’isola felice del presente è Dordrecht, ma l’Italia è sempre l’Italia…

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