🎥 Lippi racconta Zidane: Juve-Real è anche uno sguardo al passato | OneFootball

🎥 Lippi racconta Zidane: Juve-Real è anche uno sguardo al passato | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: OneFootball

OneFootball

Mario De Zanet·3 aprile 2018

🎥 Lippi racconta Zidane: Juve-Real è anche uno sguardo al passato

Immagine dell'articolo:🎥 Lippi racconta Zidane: Juve-Real è anche uno sguardo al passato

Zidane e Marcello Lippi, inscindibilmente legati: da Torino a Berlino.

Oggi Zidane incontra, di nuovo, il passato: Zidane e il suo vissuto a Torino, fondamentale per diventare grande. E ieri Marcello Lippi ha parlato del suo Zidane bianconero, quel giovane arrivato dalla Francia destinato a diventare campione. L’allenatore campione del Mondo 2006 ha raccontato il suo Zidane, quello allenato alla Juve alla fine degli anni 90′: il mister toscano ne ha parlato all’AFP.


OneFootball Video


I PRIMI MESI BIANCONERI

“Arrivò che era giovane: come tutti i campioni passati per la Juventus, Zizou ha avuto bisogno di tempo per vincere, per abituarsi ad un calcio diverso. Ebbe problemi nei primi mesi, come successe a Platini, ma poi…”

“IL MIGLIORE”

“E’ diventato il miglior calciatore del decennio. Prima di lui, c’era Maradona: Zidane è stato il miglior calciatore della sua generazione. Come l’ho aiutato? Ho sempre avuto la massima fiducia, perché si percepiva il suo talento. Un giorno venne da me e mi disse: “Non ce la faccio. Lasciami a casa”. “Assolutamente no”, gli dissi ” Sei il più forte di tutti. Finché ci sarò, sarai titolare. E la domenica segue, segnò un bellissimo gol all’Inter: non si fermò più.”

LE LEZIONI DI TORINO

“Credo che un allenatore non possa insegnare nulla a Zidane dal punto di vista tecnico. Questo genere di giocatori devono essere soltanto aiutati a costruire una mentalità vincente, ad imparare a lavorare nell’ottica di squadra. Ma Zidane, anche in questo campo, aveva già una predisposizione: un fuoriclasse lo era già quando arrivo a Torino.”

ZIDANE ALLENATORE

Per molto tempo, dopo il suo ritorno, non parlammo di calcio assieme. Né della finale né della testata. Poi, ad un certo punto, mi disse: “Cercherò di allenare”. E ne è stato capace: è raro che un campione diventi un grande allenatore. E chi lavora con lui, ne sottolinea la sua attenzione, il suo essere meticoloso.”

C’era Lippi, c’è sempre stato: dall’esplosione di Torino a quell’ultimo giorno dello Zidane calciatore, macchiato dalla testata che tutti ricordiamo. Eppure, ed è giusto così, Zidane è ricordato per le magie di cui è stato protagonista  in campo.