Calcio e Finanza
·9 luglio 2024
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·9 luglio 2024
E’ un vero e proprio caos quello che circonda la Ligue 1, il massimo campionato di calcio francese. Come se già non bastasse il duro colpo di aver subito la perdita del suo calciatore più rappresentativo – Kylian Mbappè, volato in Spagna, al Real Madrid –, il torneo è ora alle prese con le difficoltà di assegnare i diritti televisivi dal 2024/25 in avanti, a una cifra che sia ritenuta accettabile.
Sul tavolo, per il momento, sul tavolo ci sono due opzioni principali. Da un lato, il lancio di un canale 100% Ligue 1 della Ligue de Football Professionnel, collegato alla piattaforma Max, mentre dell’altro un’offerta della piattaforma di sport in streaming DAZN – titolare anche dei diritti tv della Serie A in Italia – che avrebbe messo sul piatto una media di 375 milioni di euro all’anno per le prossime cinque stagioni.
Nulla da fare invece per Canal+, il cui presidente Maxime Saada ha assicurato che l’emittente non ha più i mezzi per intervenire su questo dossier. «Purtroppo, la situazione non è una sorpresa per noi. Siamo spesso accusati di essere irritati, rancorosi o amareggiati, posso capire perché, ma la questione è essenzialmente economica. Canal+ ha tentato di competere con Mediapro, poi con Amazon, e poi ancora con DAZN qualche mese fa per tornare nel gioco della competizione della Ligue 1», ha spiegato.
«La LFP non lo ha voluto e Canal+ non ha avuto altra scelta che allocare le sue risorse, che rimangono relativamente rare, su altre competizioni, in particolare la Champions League. Quindi, oggi non abbiamo più i mezzi per intervenire in questo dossier. Speriamo che si trovi una soluzione positiva per il calcio francese, perché abbiamo investito molto, in particolare nella Champions League, e speriamo che i club francesi possano prosperare lì», ha aggiunto.
Pur continuando ufficialmente a ripetere di avere fiducia in Vincent Labrune, presidente della LFP, e sperando che alla fine l’atterraggio sarà il meno brusco possibile, i dirigenti dei club di Ligue 1 sono preoccupati e – secondo quanto riportato da L’Equipe – stanno cercando soluzioni per non restare a corto di liquidità nelle prossime settimane.
Le società potrebbero non averne bisogno se un emittente finisse per acquisire rapidamente i diritti tv. Ma nel caso della creazione di un canale di Lega, i loro sforzi potrebbero non essere inutili. Coloro che possono contare su un azionista solido sono il PSG, il Nizza, il Rennes, il Monaco, lo Strasburgo e il Saint-Étienne o i club controllati da fondi come il Tolosa e il Lille.
Per gli altri, quelli il cui presidente è anche l’azionista di riferimento come a Nantes, Reims, Montpellier, Lens, Brest o quelli come Le Havre, Auxerre e Angers con mezzi limitati, se il proprietario non volesse o non potesse intervenire per risolvere i problemi, la situazione potrebbe diventare presto pericolosa e alcuni – spiega il quotidiano sportivo – rischierebbero addirittura il fallimento.
Per il momento non sarebbe ancora stata intrapresa alcuna azione collettiva, ma degli specialisti finanziari stanno esaminando soluzioni per diversi club della Ligue 1. Tra queste, c’è il classico prestito bancario, ma, senza conoscere l’importo dei diritti, le banche, già scottate, non si precipiteranno sicuramente a fornire la liquidità necessaria. «E il loro tempo di studio e di risposta è troppo lungo rispetto all’urgenza», racconta un esperto.
Anche i fondi di investimento possono essere sollecitati, e il factoring è un’altra possibilità. Questa pratica è comune durante i trasferimenti. Ad esempio, un club che deve ricevere 10 milioni di euro in cinque rate per la vendita di uno dei suoi giocatori, può ottenere subito i 10 milioni di euro da un istituto di credito. Altri stanno considerando di contrarre debiti finanziari sui mercati presso fondi, assicuratori o altri enti finanziari. Un modus operandi piuttosto diffuso nello sport statunitense.
Teoricamente, il primo pagamento dei diritti televisivi deve avvenire il 15 agosto, il secondo il 15 ottobre e il terzo il 15 dicembre. «Se i diritti televisivi non saranno pagati entro dicembre, per i club “medi” mancheranno tra gli 8 e i 12 milioni di euro di liquidità», racconta un dirigente. Per la maggior parte di loro, alla riduzione dei diritti televisivi si aggiunge la perdita delle entrate da CVC rispetto ai due anni precedenti (16,5 milioni di euro ogni volta). Il primo pagamento è spesso importante per la liquidità dei club perché i ricavi da sponsorizzazione non sono significativi generalmente in quella data, e al contrario spesso bisogna saldare scadenze di trasferimenti.
Questi club “medi” vedrebbero di buon occhio che l’ultimo pagamento di CVC, circa 400 milioni di euro, non fosse versato ai top club come previsto ma servisse a tutti in questo periodo di crisi. E potrebbero essere tentati di accettare un’offerta ferma ma bassa da un’emittente mentre i grandi club potrebbero preferirne una più incentivante, con bonus.