Calcio e Finanza
·3 marzo 2025
L’effetto della “Norma CR7”: 4.500 super ricchi arrivati in Italia
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·3 marzo 2025
Nel 2018 Cristiano Ronaldo approdava in Italia, alla Juventus, nel coronamento del progetto bianconero sotto la guida dell’allora presidente Andrea Agnelli. Il portoghese ha lasciato i bianconeri a fine agosto 2021, ma il nome del fenomeno portoghese è ancora presente in Italia grazie a una norma che sancisce una tassa piatta sui redditi di fonte estera che fu nominata “norma CR7”, visto che Ronaldo fu fra i primi a beneficiarne.
Come riporta L’Economia de Il Corriere della Sera, la norma è sfruttata dai super ricchi che hanno deciso di trasferirsi in Italia, specificatamente nella capitale economica del Paese, quella Milano che sta vedendo l’apertura di diversi club esclusivi con biglietti di ingresso da migliaia di euro che servono da punti di incontro per portare avanti affari, in un ambiente discreto e funzionale.
«Si stima che oggi circa 4500 persone usufruiscano di questo regime fiscale e circa la metà abbia scelto Milano come residenza – spiega Marco Cerrato, partner dello studio Maisto e Associati –. Altre mete sono Roma, Firenze e Como, specialmente da parte dei rentier che desiderano godere dei frutti del proprio lavoro, dei proventi della vendita di un’azienda o di un’eredità».
Nello specifico, la norma prevede un regime agevolato per 15 anni e si applica a tutti i redditi di fonte estera: interessi di obbligazioni, dividendi da partecipazioni azionarie, plusvalenze da cessione di imprese, successioni o donazioni. A partire dal 2025, su tutti questi guadagni i neo-residenti pagheranno un’imposta fissa annuale di 200mila euro, raddoppiata rispetto alla previsione iniziale. Ma si tratta comunque di una condizione notevolmente vantaggiosa considerando che anche per i familiari di questi soggetti, che optano per lo stesso regime fiscale, la flat tax scende a 25 mila euro.
«Negli anni sono arrivate persone da Messico, Sudamerica, Medioriente, Europa e persino Svizzera, mentre di recente abbiamo riscontrato un incremento dei flussi, da sempre importanti, dal Regno Unito, dove è stato da poco abolito un regime fiscale simili – ricorda Cerrato –. A Milano sono per esempio approdati diversi professionisti del private equity, generando un doppio effetto positivo. Alcuni fondi hanno costituito una nuova filiale in Italia per accompagnare il trasferimento dei loro manager ed assumere dipendenti in Italia; altri hanno potuto osservare più da vicino il mercato nazionale, preludio a un possibile aumento degli investimenti nelle aziende italiane».
Per questi benefici garantiti a persone straniere, la norma ha suscitato anche critiche per la non progressività dell’imposta e per gli effetti sul mercato immobiliare. «Gli acquisti dei neo-residenti si concentrano sulla fascia alta e altissima di abitazioni, quindi il loro effetto sui prezzi è limitato a quel ristretto segmento di mercato», ribatte Cerrato, attribuendo l’aumento generalizzato del costo delle case a Milano in parte all’elevata domanda, in parte all’effetto del regime del ritorno dei cervelli, molto ridimensionato già dall’inizio del 2024.
Quanto alle obiezioni di equità fiscale, Cerrato rimarca che «la tassa piatta vale solo per i redditi esteri, mentre su quelli generati in Italia restano valide le imposte ordinarie, valide per tutti i residenti. Queste persone consumano, fanno acquisti e, talvolta, investono o creano nuove aziende, contribuendo ad aumentare il gettito fiscale». Infatti, l’introduzione della “norma CR7” rientra infatti in un più ampio novero di misure tese ad attrarre capitali.
Fra queste l’Investor Visa, noto anche come Golden Visa, che permette l’ingresso e il soggiorno in Italia e nell’area Schengen. Introdotto anch’esso nel 2017, questo visto di durata biennale è rilasciato ai cittadini extracomunitari a quattro condizioni alternative: un acquisto di titoli di Stato italiani per un minimo di 2 milioni di euro, un investimento per almeno 500mila euro in un’azienda (per esempio, in azioni o bond di Eni), un investimento in una startup di almeno 250mila euro. Oppure una donazione filantropica di almeno 1 milione «nei settori della cultura, dell’istruzione, della gestione dell’immigrazione, della ricerca scientifica, o della conservazione dei beni culturali e paesaggistici».