🏆 Leader della Francia, rimpiazzi nell'Argentina: la Serie A in finale | OneFootball

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Saverio Grasselli·15 dicembre 2022

🏆 Leader della Francia, rimpiazzi nell'Argentina: la Serie A in finale

Immagine dell'articolo:🏆 Leader della Francia, rimpiazzi nell'Argentina: la Serie A in finale

Se al Lusail Stadium sarà il titanico scontro generazionale Messi-Mbappé a strappare l’attenzione della cronaca mondiale, la Serie A (in particolare Juve, Milan, Inter e Roma) guarderà la finale Argentina-Francia con un occhio particolare anche per altri motivi.

I 4 club italiani portano alla finale di Qatar 2022 7 giocatori che, se si prendono in analisi i percorsi delle due Nazionali, hanno avuto compiti e ruoli completamente diversi durante la competizione.


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Theo Hernandez, Rabiot, Giroud per i Bleus e Paredes, Di Maria, Lautaro, Dybala con l’Albiceleste: due chiavi di lettura agli antipodi di un Mondiale vissuto (anche se con lo stesso animo) in maniera opposta.


FRANCIA, I “VICE” TRAVESTITI DA LEADER

Già dall’esordio contro l’Australia si è capita l’importanza del nucleo “italiano” per il gruppo di Deschamps, facendo di necessità virtù visti i tanti infortuni che hanno martoriato la sua equipe.

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L’infortunio di Lucas Hernandez ha spianato la strada per l’ascesa del fratello Theo, impossibile da stoppare sulla fascia sinistra. Dall’assist a Rabiot per l’inizio del 4-1 al debutto, passando per quello a Mbappé che ha sbloccato il match con la Danimarca, fino all’acrobazia nel gol in semifinale col Marocco. Nonostante la fatica dei 437′ disputati, la cresta di Theo resta alta anche ‘davanti’ a Messi, facendo partire il gioco psicologico tra le parti: “Paura di lui? Tutta l’Argentina ha una squadra incredibile ma nessuno ne ha”.

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Adrien Rabiot è l’altro insostituibile, viste le pesanti assenze dei vari Pogba e Kanté: titolarissimo in 4 gare (turnover con la Tunisia a parte), solo un colpo influenzale gli ha fatto perdere l’appuntamento col Marocco. Per il resto gol e assist con l’Australia e un rendimento da “Juve dell’ultimo periodo” anche in Qatar. E a gennaio in teoria sarebbe libero di accordarsi con un altro club (contratto in scadenza nel giugno 2023), con un rinnovo che potrebbe diventare parecchio complicato.

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Poi c’è Olivier Giroud, che una Coppa del Mondo l’ha già vinta nel 2018 ma senza mai tirare in porta né segnare un gol: se si aspettava di vivere stavolta un Mondiale all’ombra di Karim Benzema,  il suo infortunio gli ha fatto togliere qualche sassolino dallo scarpino. Ha superato Henry raggiungendo 53 gol con la Francia e diventando il miglior marcatore di sempre della Nazionale, le reti con Polonia e Inghilterra hanno concesso a Deschamps di andare avanti nella competizione. Leadership fondamentale e un titolo di capocannoniere da giocarsi all’ultima con l’Argentina: Ibra ci ha già scommesso sopra.


ARGENTINA, GRANDI NOMI E POCA SCENA

Nell’Argentina, invece, l’altro lato della medaglia: giocatori attesi che sulla carta avrebbero potuto fare la differenza, ma che per un motivo o per un altro sono rimasti in penombra. L’Albiceleste in finale c’è arrivata, ma la Serie A ‘esulta’ poco e per i rigori di Leandro Paredes e Lautaro Martinez con l’Olanda.

Dopo il flop con l’Arabia Saudita, Paredes resta in panchina col Messico, subentra per mezz’ora con la Polonia (su situazione già di vantaggio 1-0) per poi riguardare da lontano i compagni agli ottavi con l’Australia. Con l’Olanda fa il suo, aumentando forse il nervosismo nella gara col pallone calciato verso la panchina avversaria ma mettendo a segno il secondo rigore. Mondiale in discesa fino ad arrivare alla prestazione ordinata contro la Croazia. È Enzo Fernandez che si è preso completamente la scena a centrocampo.

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Per Lautaro, rimasto ancora a secco (due gol annullati con l’Arabia Saudita di cui uno in realtà valido), titolarità lasciata a Julian Alvarez dal terzo match della competizione e nemmeno un minuto in semifinale. Parabola in discesa per il centravanti dell’Inter che, in caso di vittoria finale, si merita la medaglia al coraggio per avere messo alle spalle di Noppert il penalty decisivo per l’accesso alle semifinali. Nel conteggio totale, però, forse qualche numero in più poteva uscire fuori.

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Nella presenza di Dybala con l’Argentina c’è sempre stata una certa Pulce da dover affrontare in ballottaggio, questo lo ha sempre penalizzato, soprattutto adesso che Messi – a detta di molti – è diventato il giocatore più forte di tutti i tempi. Passerella di 21′, sul 3-0, nella semifinale con la Croazia, ma tanti festeggiamenti nello spogliatoio. La Joya al Mondiale c’è arrivata dopo il lungo infortunio con la Roma, nessuno si sarebbe aspettato un ruolo centrale, qualche minuto in più forse sì. Ci sono ancora 90 o 120 minuti da giocare e il sogno di molti è vederlo con Messi, ma anche per Scaloni (così come per Sampaoli e Gerardo Martino in passato) i due non sembrano poter convivere.

Situazione Di Maria, tra i più amati dai tifosi: sappiamo quanto ci teneva al suo ultimo Mondiale, il contratto con la Juve per assicurarsi di strappare il pass Mondiale. Un assist a Messi importantissimo col Messico, poi dal problema muscolare subito con la Polonia parecchia (se non totale) panchina. Di fatto solo 8′ nella fase ad eliminazione diretta.