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·23 novembre 2019

Le tre cose che abbiamo imparato da Crystal Palace-Liverpool 1-2

Immagine dell'articolo:Le tre cose che abbiamo imparato da Crystal Palace-Liverpool 1-2

LA GARA – La corsa all’imbattibilità del Liverpool ricomincia da Londra e da quel gioiellino che è Selhurst Park, laddove il Liverpool nel 2014 perse le residue ed esigue speranze di titolo facendosi rimontare dal Palace, da 0-3 a 3-3. Situazione nazionali da analizzare, ma alla fine i tre brasiliani in campo martedì giocano tutti, e lo stesso dicasi per Wjnaldum autore di una tripletta all’Estonia. Manca però Salah, ancora a riposo dopo i problemi alla caviglia. Il Palace blinda il suo consueto 4-5-1 con Ayew davanti nel nome del conservatorismo by Hodgson. Il canovaccio della partita si intuisce subito quando il Liverpool trattiene palla e inizia a farla girare, ma poi il Palace inizia a uscire e su una palla dentro di Kouyaté è Ayew ad andare vicino al bersaglio. Tomkins prima scheggia una traversa di testa poi chiude su una incursione di Robertson liberando l’area da una palla letale. Per la verità il Liverpool non costruisce grandissime palle gol, ma trotterella senza spunto alcuno dentro una contesa parecchio complicata per l’organizzazione che il Palace mette in campo. Il break arriva sul finire del tempo: punizione in area per il Palace e dopo un tocco di Wjnaldum la palla piove sulla testa di Tomkins che insacca. Non vale: Ayew ha spinto Lovren, seppur non abbia influito sul gol. Il Var annulla.

Ripresa con le squadre invariate e, oplà, il Liverpool passa: Firmino allarga per Robertson, che vuole restituirgli il pallone, che però finisce a Mané che gira in porta l’1-0 dopo che il pallone abbia colpito il doppio palo. La risposta del Palace è nella conclusione insidiosa di Tomkins, il più attivo dei suoi, con Alisson che alza provvidenzialmente sopra la traversa. All’ora di gioco dentro Origi e fuori Chamberlain, dieci minuti dopo entra Schlupp ed esce Kouyaté, cambio azzeccato perchè Schlupp entra bene in partita. In precedenza Kellu aveva rilevato Ward. Benteké invece entra al posto di Ayew a quindici dalla fine e Hodgson mantiene il 4-5-1 ma in modo più offensivo. Ed è proprio l’ex Liverpool a creare l’occasione migliore del Palace nella ripresa andando vicino alla rete in rovesciata: fuori di poco. Esce anche Henderson, beccato dal pubblico, dentro Milner. Il Liverpool non brilla particolarmente per occasioni, tiene bassi i ritmi e punta alla posta in gioco. E a nove dalla fine, ecco la beffa: palla bassa in area, Zaha la fa scorrere e infila il diagonale vincente. In tutto il torneo l’attaccante non aveva mai segnato e il Palace viene premiato per il forcing degli ultimi minuti. A questo punto i tifosi del Liverpool sperano nella consueta arma dei minuti di recupero: sono 35 le reti segnate nella storia della Premier League dai reds oltre il novantesimo. Ma questa volta, non ce n’è bisogno: su un calcio d’angolo dalla destra, mischia in area, salvataggio sulla linea e tap-in vincente di Firmino per il 2-1. Tutt’altro che finita ovviamente, e al primo dei cinque minuti di recupero Zaha stavolta grazia in modo autentico il Liverpool spedendo alto da solo davanti a Alisson. Il Palace perde la sesta partita delle ultime sei contro i reds, tra campionato e FA Cup. Klopp invece continua a volare. Se il Liverpool riuscirà nell’impresa di perdere anche questa Premier League, non resta che un viaggio a Lourdes.


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CRYSTAL PALACE (4-5-1): Guaita, Ward (Kelly), Tomkins, Cahil, Van Aanoolt, Townsend, Kouyaté (Schlupp), Miljvoievic, McArthur, Zaha, Ayew (Benteke)

LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Lovren, Van Dijk, Robertson, Henderson (Milner), Fabinho, Wjnaldum; Mané, Firmino (Gomez), Oxlade-Chamberlain (Origi)

IL MIGLIORE – Tomkins: menzione per il difensore del Palace che segna l’illusorio 1-0, poi annullato, ed è sempre una spina nel fianco dei reds

IL PEGGIORE – Alexander-Arnold: non è in realtà in giudizio negativo, semplicemente il prodotto “casalingo” del Liverpool è andato in difficoltà nel primo tempo e non ha particolarmente brillato in generale. Poco male.

TRE COSE CHE ABBIAMO IMPARATO:

  • Il Liverpool non ha più bisogno di giocare ad alti ritmi per vincere le partite. Se in passato partite così significavano sconfitta quasi certa, sia oggi, che a Manchester o magari a Sheffield con lo United, tre esempi in cui i kloppiani hanno sofferto parecchio, ecco che sono arrivati 7 punti pesanti come macigni.
  • Il ciclo infernale del Palace è finito. Le aquile hanno fatto ciò che hanno potuto, ma hanno raccolto solo un punto con l’Arsenal perdendo contro Leicester, Chelsea, City e Liverpool. Difficile chiedere di più.
  • Firmino: spesso in dubbio dopo il rientro dalle nazionali, smentisce tutti con giocate e gol decisivi. Non trascendentale oggi, ma non si può certo dire che la mini escursione con il Brasile gli abbia fatto tanti danni: ha timbrato il gol decisivo, e forse non solo per i 90 minuti odierni.
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