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·23 maggio 2025
Le dichiarazioni di Mandas: "È stata una stagione difficile, lunga e con tanti giocatori nuovi"

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·23 maggio 2025
Dopo una delle sue migliori stagioni, Chrīstos Mandas ha rilasciato un'intervista per Il Tempo, in cui ha raccontato alcuni momenti specifici della sua carriera - dall'inizio, ad ora - e, ovviamente, ci sono state delle considerazioni anche riguardo la stagione attuale.
Mandas - IPA
Iniziamo subito rispondendo a chi sostiene che lei sia troppo basso per essere un portiere di grande livello: ci dice la sua altezza reale?
Sono alto tra 187 e 188, però la cosa importante sono le braccia. Sono quelle che fanno la differenza.
Quando allungo le braccia raggiungo l'estensione di chi è parecchio più alto di me. L'ho fatto con un compagno di squadra che era alto 194 cm e alla fine eravamo uguali.
E poi l'altezza l'aiuta per essere più reattivo e agile...
Il mio lavoro è proprio questo, cercare di sopperire a un limite fisico con la velocità e il fatto di essere più scattante. L'unico aspetto è relativo alle uscite, devo sempre prendere bene le misure.
Su cosa si sente di dover migliorare ancora?
Sicuramente nel giocare con i piedi. Prima di venire alla Lazio non era così richiesto, mentre qui è fondamentale.
Che cosa differenzia Sarri da Baroni?
Sarri voleva sempre un gioco corto, anche quando la squadra avversaria veniva molto alta. Con Baroni magari proviamo di più la palla lunga sull'attaccante, ma per entrambi la costruzione del portiere è molto importante.
In questo anche Provedel l'ha aiutata?
Con lui ho un bellissimo rapporto ma la mia crescita è merito dei preparatori e di Baroni.
Molte persone paragonano il suo stile a quello di una leggenda come Peruzzi. C'è qualche similitudine?
Sono giovane quindi ho visto poco di Peruzzi, ma so perfettamente quanto sia stato importante per la Lazio. Anche lui come me non era altissimo, ma aveva una cattiveria e una concentrazione incredibili. È sicuramente un modello.
A proposito di modelli, qual è il suo prototipo di portiere?
Non ce n'è uno nello specifico. Cerco di rubare un po' da tutti: ho studiato molto Buffon e Casillas, mentre per quanto riguarda le uscite mi piaceva molto Handanovic. Però il mio idolo non è un portiere.
Si spieghi meglio.
Il mio idolo è Pedro. Vederlo giocare è uno spettacolo, soprattutto in allenamento. Io cerco sempre di infilarmi nella squadra dove c'è lui perché alla fine vince sempre. È veramente un fenomeno.
Che cosa vuol dire per lei essere il portiere della Lazio?
È un sogno. Quando giocavo in Grecia avevo un preparatore dei portieri italiano e gli dicevo sempre: "io vorrei giocare in Serie A". Quindi quando è arrivata la Lazio non ci credevo, ero troppo felice.
E da poco ha anche rinnovato il contratto fino al 2029...
Naturalmente sono anche contento di questo, così posso essere anche più tranquillo. Io, ma anche la mia famiglia, che ogni volta che può mi viene a trovare a Roma. Sento la fiducia della società.
Pochi giorni fa Rovella, che è 2001 come lei, ha detto di voler rimanere per sempre alla Lazio. A sentirla parlare sembra che sia lo stesso per lei.
Io qui sono molto felice, anche per me vale lo stesso discorso di Rove. Penso che sia per tutti i ragazzi che sono qui. Il centro sportivo è bello, lo stadio è bello, i tifosi sono belli, la pensiamo tutti così. Perché dovremmo voler andare via? Siamo in un grande club.
Però in estate era arrivata una chiamata dal Manchester City...
Quello fa piacere, è normale. Se arriva l'occasione della vita è giusto fare le proprie valutazioni, ma io non sono più in una società piccola, quindi anche se dovesse arrivare la chiamata di un top club, il mio primo pensiero non sarebbe quello di andare via. La valuterei sapendo che qui sto benissimo, che la società ha un progetto per me e che mi ha fatto rinnovare il contratto.
Scopriamo qualcosa di più su di lei, torniamo a quando era bambino. Ha sempre fatto il portiere?
In realtà fino ai 12/13 anni giocavo un tempo in attacco e un tempo in porta. Sin da piccolo avevo le gambe grosse quindi tiravo più forte dei miei coetanei, per questo mi mettevano in attacco, ma a 14 anni sono tornato tra i pali e non mi sono più mosso da lì.
Da Atene a Roma, le piace andare in giro per la città?
Ho visto quello che c'era da vedere, diciamo da turista, ma non sono uno che esce la sera, preferisco rimanere a casa con la mia fidanzata. Se capita vado al ristornate una sera a settimana, sempre che il giorno dopo sia libero.
Si dice sempre che i portieri siano un po' matti, lei però ci sembra molto tranquillo. È un'anomalia?
In Grecia sono arrivato in prima squadra che ero ancora un ragazzino e c'erano i compagni più grandi che magari uscivano e mi portavano con loro. In quel momento ho capito che per fare strada dovevo rimanere lontano da locali e distrazioni varie.
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