Calcio e Finanza
·21 dicembre 2024
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Vincono le grandi storiche del nostro calcio e perde Claudio Lotito (in asse con Aurelio De Laurentiis). La nomina di Ezio Simonelli, ex commercialista di Berlusconi e apprezzato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega), a nuovo presidente della Lega Serie A segna in qualche modo una svolta storica per la cabina di comando del massimo campionato italiano. Visto che dopo la sconfitta (datata 4 novembre scorso) sul fronte della riforma dello Statuto FIGC con il nuovo peso politico per la Serie A (in cui 12 club hanno votato diversamente rispetto alle indicazioni date dallo stesso Lotito e dal presidente di Lega Casini) verso le elezioni del nuovo presidente federale (fissate per il prossimo 3 febbraio), l’elezione di Simonelli di ieri segna una seconda batosta per il patron della Lazio, che da anni veniva additato come il vero manovratore del vapore del nostro calcio.
Nel dettaglio a votare per Simonelli, che prende il posto del lotitiano Lorenzo Casini, ieri sono stati:
Dall’altre parte, si sono schierate invece:
Il Torino che, pure era stato tra le 15 società che si erano dette favorevoli a Simonelli, come già nella prima assemblea per eleggere il nuovo presidente di Lega anche ieri ha lasciato questo gruppo non avendo intenzione di contrastare la linea Lotito-De Laurentiis.
Inoltre secondo quanto si apprende a non convincere Urbano Cairo sarebbe anche il tema dell’ineleggibilità di Simonelli visto che il giurista Natalino Irti, interpellato dal presidente uscente Lorenzo Casini, sulla questione dell’indipendenza del presidente della Lega Serie A aveva spiegato come il candidato a presidente debba essere indipendente, ovverosia non avere «alcun rapporto a qualsiasi titolo con le Società Associate, e/o con gli azionisti di riferimento e le controllate delle Società Associate, e/o con il gruppo di appartenenza delle Società Associate, e/o con altra Lega professionistica».
Tra le cariche di Simonelli sono presenti alcuni rapporti con la galassia Fininvest, la holding attraverso cui la famiglia Berlusconi controlla il Monza così come Mediaset e le altre società della galassia. In particolare, le cariche sono le seguenti:
Simonelli, già dalla prima assemblea, aveva però presentato una lettera con la quale spiegava di avere a sua volta comunicato alle società in questione la volontà di dimettersi dalle cariche in caso di elezione come presidente della Lega Serie A. Ora la questione, dopo il voto, passerà comunque da una verifica dei requisiti di indipendenza previsti dallo Statuto. «Siamo fiduciosi anche perché Simonelli ha chiaramente rispettato quelli che sono poi i requisiti anche per potersi candidare quindi sono molto fiducioso», ha spiegato il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta. Un tema però su cui Lotito non molla e anzi promette battaglia: il Consiglio di Lega convocato per il 27 dicembre infatti sarà chiamato a dare un parere sulla eleggibilità di Simonelli. E non è da escludere che il patron della Lazio possa ulteriormente andare allo scontro anche in termini legali.
Non certo meno significativo è da notare come la candidatura di Simonelli sia stata stata sostenuta con fermezza anche da una parte del governo, visto che il suo nome è particolarmente apprezzato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che nel giugno 2023 lo ha nominato membro del consiglio di amministrazione di Amco, società legata al ministero di via XX Settembre, specializzata nella gestione dei crediti deteriorati per finalità di interesse pubblico. Giorgetti per altro amico di lunga data del presidente dell’Inter Giuseppe Marotta. Sono entrambi di Varese.
Non solo ma Simonelli al MEF gode anche del sostegno di un’altra figura di rilievo, il viceministro Maurizio Leo. Quest’ultimo, incaricato da Giorgia Meloni della riforma fiscale, è un amico di lunga data di Simonelli, visto che nei primi anni 2000, i due avevano persino valutato l’idea di aprire uno studio professionale in società, progetto poi accantonato. Non solo: quando Simonelli inaugurò il suo studio a Milano, dopo aver lasciato Ernst & Young, Leo, allora semplice militante della destra romana, partecipò all’evento, sottolineando il legame tra i due.
Laureato in economia e commercio all’Università di Perugia nel 1982, Simonelli, è dottore commercialista e revisore contabile ed è noto alle cronache in quanto particolarmente amico di Adriano Galliani nonché ex commercialista di Silvio Berlusconi.
Managing partner di Simonelli Associati, studio legale tributario con sede a Milano, Simolnelli tra gli altri incarichi è membro del Collegio sindacale di Sisal Group S.p.A. ed è stato presidente del Collegio sindacale di Mediaset Italia S.p.A. Questa carica come detto verrà ora abbandonata dopo l’elezione a presidente della Lega Serie A, così come i ruoli nei collegi sindacali di Mondadori e Fininvest, la holding dei Berlusconi che controlla il Monza Inoltre è Sindaco effettivo di Recordati S.p.A. e F2i Sgr.
Simonelli ha già avuto incarichi nel mondo calcistico, visto che già nel 2013 aveva cercato la scalata alla Lega Serie A, senza successo, quando poi venne rieletto Maurizio Beretta. Nel 2017 invece era stato scelto come reggente della Lega Serie A dopo l’addio dello stesso Beretta e nel 2021, invece, si era cimentato nella corsa alla presidenza della Lega di Serie B, senza successo, dato che venne eletto Mauro Balata.
Simonelli quindi guiderà la Lega Serie A sino almeno al 2028 quando scadrà il mandato approvato ieri. È ovvio che in questo lasso di tempo ci saranno diverse sfide in vista: servirà soprattutto un lavoro politico, visto che la priorità in generale è un maggiore riconoscimento dal Governo del ruolo del calcio. E i temi sono molti: si va dallo scottante tema sugli stadi fino a quelli fiscali passando per il tema scommesse e anche la pirateria audiovisiva. E su quest’ultima questione, poi, si dovranno gettare le basi anche per la prossima asta per i diritti tv del campionato, considerando che l’attuale accordo con DAZN e Sky scadrà nel 2029.
Sullo sfondo poi rimane il tema delle altre cariche. Dopo la nomina di Simonelli, la decisione dei club è stata quella di rimandare anche le votazioni sugli altri ruoli di vertice, a partire dall’amministratore delegato (si voterà il 10 gennaio). Secondo alcuni osservatori Luigi De Siervo potrebbe andare verso la prolungazione del mandato visto che secondo numerosi club sarebbe un azzardo cambiare entrambi i vertici della Lega contemporaneamente in un momento così delicato per il calcio italiano e internazionale.